ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) – L’area di via D’Annunzio, adibita a parcheggio e recentemente recintata dai legittimi proprietari, è al centro di un contenzioso tra il Comune e i privati da diversi anni, almeno dal 2013.
Pur considerando le difficoltà oggettive di una indisponibilità del parcheggio, l’amministrazione non può intervenire d’imperio su un terreno che non rientra nella propria disponibilità.
“L’ex sindaco Di Bonaventura”, spiega l’assessore all’Ambiente e alla Manutenzione del territorio, Nicola Petrini, “dice che lui aveva trovato diverse soluzioni ma che non sono state adottate dalla sua amministrazione. Evidentemente se da primo cittadino non è stato in grado di farle adottare, vuol dire che non erano idonee e adottabili. La semplice verità è che quell’area è stata riconsegnata al privato, con il quale c’è un contenzioso che risale al 2013. Non possiamo, dunque, imporre nulla al legittimo proprietario. Inoltre, vorrei aggiungere”, conclude Petrini, “che il parcheggio non è l’unica area disponibile in centro, è un “fazzoletto” di terra all’interno della città. E stiamo trovando soluzioni alternative che renderemo pubbliche a breve”.
“Ciò che ci preoccupa maggiormente”, aggiunge il sindaco, Sabatino Di Girolamo, “è la intervenuta indisponibilità del punto di raccolta in caso di emergenze per i plessi scolastici D’Annunzio, che era stato localizzato nell’ex parcheggio. Stiamo operando, insieme ai nostri tecnici, per individuare rapidamente una zona capace di raccogliere alunni e personale scolastico in caso di una eventuale emergenza. Sull’area è in atto un contenzioso risalente al 2013, si è in attesa di una decisione da parte del tribunale di Teramo. Tutto verte sulla rituale o irrituale riconsegna dell’area da parte del nostro ente al privato. Sul punto si pronuncerà il tribunale di Teramo; nelle more era assolutamente impossibile che il Comune operasse le potature delle piante in quell’area. Ciò avrebbe significato ammettere che il Comune era rimasto in possesso di quel terreno, cosa che il nostro legale nega decisamente sulla base di documenti che sono negli atti giudiziari. E’ chiaro quindi, e ne conveniamo, che la decisione del privato vada ad aggravare la situazione dei parcheggi a ridosso delle scuole ma si deve convenire pure sul fatto che non c’erano altre vie percorribili”.