Teramo

Roseto ricorda Pierantozzi nel giorno della fondazione

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ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) – Lunedì 22 maggio, giorno del 157° compleanno della città, Roseto degli Abruzzi ha celebrato la figura di uno dei suoi figli più illustri.

Nella sala consiliare del Comune si è tenuto un convegno in ricordo di Libero Pierantozzi, nato a Roseto degli Abruzzi nel 1922, giornalista di grandi testate come L’Unità e Rinascita.

Hanno partecipato: l’onorevole Gianni Cervetti, il professor Roberto Ricci e ha fatto pervenire un ricordo di Pierantozzi anche il senatore Aldo Tortorella, il sindaco, Sabatino Di Girolamo, la presidente del consiglio comunale, Teresa Ginoble, assessori e consiglieri comunali.

Il convegno è stato molto partecipato, coordinato e presentato da Mario Giunco, che ha introdotto i lavori con una relazione.

Gli intervenuti hanno ricordato questa figura, protagonista di costante osservazione e dialogo con il mondo cattolico durante il periodo della segreteria Togliatti.

Si è sottolineata l’opera di Libero Pierantozzi come giornalista della Resistenza (a Radio Bari prima e Radio Napoli poi) e come giornalista delle testate del Partito comunista. Sia Cervetti che Tortorella hanno rimarcato le grandi doti di conoscitore del mondo cattolico, nonché la sua capacità di eloquenza e di scrittura, tanto che era uno dei più ricercati oratori del Pci. Pierantozzi operò a Milano, in un contesto molto complicato.

Il partito non gli diede nessun riconoscimento a livello di cariche politiche, tuttavia, in costante contatto con Togliatti, tramite Cossutta, esercitò un ruolo fondamentale nel dialogo con i cattolici.

“E’ stato un bellissimo incontro”, dice il sindaco Sabatino Di Girolamo, “Dobbiamo valorizzare sempre più i personaggi che hanno condotto, con il loro operato, il municipio ad avere il titolo di Città. Tra questi c’è sicuramente Libero Pierantozzi, detto Rorò da tutti i rosetani, uomo della Resistenza, giornalista di grande cultura e di grande spessore che fu precursore del dialogo tra cattolici e comunisti che condusse, nel 1978, al compromesso storico che non poté, purtroppo, vedere realizzato perché morì, prematuramente, nel 1976”.

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