Teramo

Roseto Sharks: Nota del presidente Daniele Cimorosi

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ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) – Riceviamo e pubblichiamo la nota del presidente Daniele Cimorosi: “E’ un vero peccato che una gara di basket disputata a livelli decisamente alti da due squadre che con le loro prestazioni stanno onorando degnamente il campionato di serie A2, si sia conclusa senza che un atleta dalla classe cristallina come Allan Ray ne abbia potuto disputare gli ultimi secondi. Ma non è accettabile la fiumana di polemiche scatenate da sostenitori della A.P.U., tese a “criminalizzare” la tifoseria rosetana oltre che a sostenere la tesi della codardia della terna arbitrale nei caldi secondi di fine gara.

Premesso che ho ammirato e goduto della levatura tecnica della buona formazione friulana, in particolare delle prestazione di Ray che meriterebbe di giocare in più alta categoria, sento il dovere di fornire alcune puntualizzazioni a mio avviso fondamentali per decifrare correttamente gli eventi relativi agli ultimi secondi di gara. Non ha senso affermare che l’esito della stessa è stato deciso dagli arbitri. Questi si sono limitati ad applicare la normativa prevista dal regolamento.

Ripercorriamo i caldi momenti finali: Ray commette un fallaccio su Smith con un’entrata a gamba tesa, dimenticando che sta disputando una gara di basket e non di calci(o). La prova? E’ nella foto pubblicata dal quotidiano “Il Centro” di lunedi 31 ottobre. Il fallo è giustamente sanzionato dagli arbitri, Ray si avvicina alla Curva Nord, giustamente risentita per l’intervento scorretto, con un atteggiamento di sfida e di provocazione, che viene sanzionato dagli arbitri con una fallo tecnico. E’ il regolamento che vieta agli atleti in campo di stabilire qualsiasi forma di contatto e di rapporto con il pubblico. Ray perde le staffe, si dirige verso la parte centrale della Tribuna Est e lì continua la sua sceneggiata con segni di provocazione e disprezzo verso i tifosi a bordo campo.

Gli arbitri vedono, e applicano il regolamento: secondo tecnico ed espulsione. Ray entra nel tunnel inferocito, scagliando più tardi invettive ed anatemi contro gli arbitri, cosa che finora nessuno ha rilevato e che continuerà a fare negli spogliatoi, fino a quando non si allontanerà dal PalaMaggetti. Non basta: ormai fuori di sé, inveisce danneggiando la porta dello spogliatoio, tanto che è necessario chiamare un dirigente di Udine per cercare di placarne le ire.

Questi sono i fatti. Dispiace a tutti che si siano verificati. Probabilmente sono da imputarsi allo stress e alla stanchezza accumulati da Ray nel corso del suo formidabile quarto quarto. Ma vanno rigettate categoricamente tutte le distorsioni che si leggono nelle righe dei tifosi udinesi, in particolare di un cosiddetto giornalista che con la puzza sotto in naso infarcisce il suo logorroico intervento di una pretesa superiorità e di un saccente, sdegnato sentire nei confronti sia di una terna arbitrale che se la fa sotto, sia di un pubblico che evidentemente considera da terzo mondo che, a suo dire, dopo aver condizionato le scelte degli arbitri, al massimo sarà sanzionato con “un buffetto e tremila euro di multa”.

Di questi pseudo-interpreti di fatti sportivi non abbiamo bisogno nè noi né l’Italia! Se ne torni pure, questo signore, a Cleveland, a sedere tra asettici spettatori! Noi siamo felici della nostra calda e passionale tifoseria capace, nel rispetto delle regole, di dare grinta e ed entusiasmo agli atleti in campo, che a volte sia chiamano Smith, a volte Allen, a volte Weaver, a volte Legion, a volte Abdul-Rauf e così via.

Concludo con due riflessioni: la prima è di rallegramenti ad Udine per essere tornata nei piani alti del basket nazionale, a cui nei decenni passati ha dato contributi sportivi di altissimo livello. La seconda è che ad Udine, anziché inveire contro gli SHARKS, gioverebbe molto ritrovare grandi Presidenti come i mai dimenticati RINO ed EDY SNAIDERO, che a mio avviso non esiterebbero a multare pesantemente un suo atleta che, per fragilità caratteriale, ha fatto sì che la sua squadra perdesse una partita che fino all’ultimo secondo poteva vincere.”

 

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