Roseto,Teatro Odeon: “Amleto”di Maria Grazia Cipriani

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Si tratta di una  riscrittura da Shakespeare, dove il principe di Danimarca gioca a inventarsi una storia

ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) – Sarà in scena  oggi, 6 dicembre , al Teatro Odeon di Roseto l’Amleto di Shakespeare con l’adattamento e regia di Maria Grazia Cipriani per il Teatro del Carretto.

Questa versione dell’Amleto spiega ed approfondisce il fulcro tematico di una tragedia che sostanzialmente si interroga sul rapporto ambiguo tra la realtà e la sua rappresentazione. Amleto è un uomo solo con i suoi interrogativi sul senso dell’esistenza, un attore sballottato tra l’essere e l’apparire è il regista del suo teatro tutto interiore. Un teatro basato sulla ripetizione e la moltiplicazione dell’immagine.

Il suo spettacolo ha una struttura circolare e inizia e finisce con le prove della scena del duello finale con Laerte, lasciando immaginare infinite rappresentazioni mentali del suo presagio di morte. Delimitato sui tre lati da teli rossi da cui emergono e dai quali vengono risucchiati personaggi tanto spettrali quanto corporei, lo spazio scenico si configura come prigione della mente di Amleto. Fortebraccio, Orsic, le sentinelle, e persino Orazio, l’alter-ego del Principe, non compaiono perché i tagli, le sovrapposizioni e il montaggio cinematografico delle scene mirano ad una rappresentazione trasversale della tragedia che rifugge da ogni minima forma di realismo.

Tutto è filtrato dalla sensibilità di Amleto e questo non guasta nella rivisitazione dell’unico dramma scespiriano dove i personaggi esistono esclusivamente in funzione del protagonista. Il logorroico Polonio viene ammutolito e ridotto ad una comparsa che fa capolino dalle tende per spiare la follia di Amleto, e Laerte fa irruzione in scena soltanto per il duello. Orazio forse qui non serve perché ci pensa Amleto a raccontare la sua storia all’infinito e Fortebraccio, che sopraggiunge per rimettere in sesto la Danimarca, sarebbe fuori posto in una versione in cui Amleto non vede scampo dal marciume del potere. Eppure lo spettacolo riesce a coniugare elementi tragici, comici e persino farseschi con una naturalezza ed una intelligenza teatrale tali, da fonderli in un tutt’uno.

L’efficacia dello spettacolo deriva non soltanto dall’inesauribile girandola delle soluzioni registiche, mai scontate, ma anche dalla fisicità potentemente espressiva e dalla intelligenza interpretativa di tutti gli attori.

Pubblicato da
Gulizia Leonello

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