PESCARA – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Eusebio Zavatti, presidente, e Gianluca Monaco, segretario, dell’Associazione Terra Nostra:
“La Ryanair minaccia il governo di andare contro le leggi europee?
Apprendiamo che dall’incontro tenutosi con il ministro Del Rio la Ryanair abbia posto sul tavolo tre punti per non abbandonare gli scali aeroportuali minori in Italia come quello di Pescara. Il governatore D’Alfonso si è prodigato a fare da mediatore o , come ama definirsi lui stesso, facilitatore di decisioni istituzionali.
I tre punti che stanno a cuore a Ryanair sono :
1) revisione delle linee guida nazionali sul trasporto aereo
2) tempi certi per la riduzione delle tasse addizionali aeroportuali
3) strategicità degli aeroporti minori che puntano ad ottenere pari opportunità rispetto agli scali più importanti della Penisola.
Tralasciamo il terzo punto perchè non riusciamo ad immaginare come un piccolo aeroporto possa avere le opportunità che offre un grande aeroporto quale Fiumicino, Malpensa o Torino, ci soffermiamo sui primi due punti.
Linee guida
A detta di Ryanair, le linee guide del D.M. 397 del 2/10/2014, sono restrittive rispetto alle direttive europee per le quali sono state recepite. Ad una attenta analisi delle stesse linee guide esse rispettano gli “Orientamenti UE” sugli aiuti di Stato agli aeroporti e compagnie aeree, come stabilito dalla direttiva UE 2014/C 99/01 .
C’è da chiedersi il perchè Ryanair vuol far modificare le suddette linee guida. Forse perchè sa bene che gli aeroporti in cui è presente non possono più “incentivarla” finanziariamente e , casualmente, sono tutti aeroporti le cui società di gestione sono in crisi perchè non possono essere rifinanziate dagli enti pubblici partecipanti. Le linee guida indicano anche che i gestori aeroportuali facciano delle procedure di scelta delle compagnie baneficiarie tramite evidenza pubblica e trasparente per consentire a tutti i soggetti interessati di poter partecipare e che tali bandi siano pubblicati sul sito dei gestori aeroportuali e comunicati alle Autorità di competenza che devono fare verifiche sulla trasparenza e sul rispetto delle normative europee sulla trasparenza e sulla libera concorrenza.
Le linee guida che Ryanair vuol fare modificare sono state validate sia dall’Autorità per la regolazione dei trasporti che dall’ENAC nel pieno rispetto delle direttive UE.
Non troviamo nulla sul sito della SAGA inerente le procedure di trasparenza con la quale sono stati siglati i contratti con Ryanair. Inoltre, in assenza di un regime quadro nazionale sugli aeroporti, le Regioni devono comunicare singolarmente alla Commission Europea le operazioni di finanziamento degli scali aeroportuali. Non ci pare che la Regione Abruzzo abbia mai fatto comunicazione alla Commissione , forse in virtù del fatto che sapeva che la stessa Commissione avrebbe bocciato le operazioni di finanziamento con soldi pubblici ad un’azienda in evidente stato di perdita patologica non avendo redditività. Da qui si può comprendere la preoccupazione del sottosegretario regionale D’Alessandro quando attaccò l’europarlamentare abruzzese Daniela Aiuto per aver fatto interrogazione alla Commissione Europea in tal proposito.
Tasse aeroportuali
Le tasse aeroportuali sono un altro argomento che sta molto a cuore a Ryanair perchè incide a carico della compagnia aerea nel bilancio delle compensazioni tra quello che deve restituire alla Saga ed i contributi che quest’ultima riconosce alla Ryanair per ogni passeggero. E’ bene chiarire che le tariffe aeroportuali ,e loro addizionali, non sono un costo delle compagnie aeree perchè vengono pagate dagli utenti nel momento dell’acquisto dei biglietti. Le compagnie aeree devono rimborsare le tariffe alle società aeroportuali che , a loro volta, come sostituto di imposta, le restituiscono all’erario e all’INPS per la cassa integrazione degli operatori di volo. Pertanto, le tariffe non costituiscono un costo delle compagnie aeree. Costituiscono un problema per Ryanair perchè ,nella compensazione suddetta , dovrebbe restituire più soldi ai gestori aeroportuali come SAGA. Un esempio concreto lo possiamo fare proprio con il rapporto tra SAGA e Ryanair. La Saga paga a Ryanair 10 euro a passeggero mentre la Ryanair paga alla Saga 14,50€ per il rimborso delle tariffe aeroportuali che portate in compensazione ,con le 10 € che riceve, le consentono di pagare solo 4,50€. Con l’aumento dell’addizionale di € 2,50 le tasse aeroportuali ammontano a 17 euro e la Ryanair deve restituire 7 € ( 4,50+2,50 ) assottigliando il suo margine tra il benefit di 10 € a passeggero che le dà SAGA e quello che deve restituire. Infatti il suo margine di compensazione passa da 5,50 € a 3 € a passeggero con l’aumento dell’addizionale. Come abbiamo detto, le tasse aeroportuali non sono tutte di competenza della SAGA ma vanno per circa l’ 86% all’erario e INPS e quindi matematicamente la SAGA non è mai in condizione di restituire le tasse aeroportuali di competenza dello Stato perchè le compensa con le 10 € che deve dare a Ryanair. E’ evidente che le tariffe aeroportuali, pagate dai passeggeri a Ryanair, le debba pagare la SAGA di cassa propria. Quindi riteniamo che l’aumento delle tariffe aeroportuali non siano il vero problema che scoraggia i passeggeri ,o che possa far sviluppare gli aeroporti minori, ma sia un problema finanziario per Ryanair in questo gioco di compensazioni. La società irlandese è l’unica compagnia ad aver sollevato questo problema della riduzione delle addizionali perchè è l’unica che opera ancora con gli incentivi che poi compensa con le tariffe aeroportuali e, non a caso, tutti gli aeroporti in cui è presente hanno problemi finanziari che non possono essere più tamponati grazie alle nuove direttive UE del 2014 e alle linee guida che lei vuol far modificare.
Il lettore interessato avrà notato che Ryanair ottiene i suoi utili con gli aiuti di Stato per via dei contratti che finora ha stretto con le società aeroportuali le quali per tamponare le perdite vengono rifinanziate dali enti pubblici partecipanti al capitale sociale. Ma i contratti, come abbiamo detto, non sono resi in maniera trasparente e sono senza evidenza pubblica, senza alcun bando ,andando contro quello che sanciscono le linee guida che proprio Ryanair vuol far modificare.
C’è da chiedersi se il Ministro Del Rio voglia andare contro le normative europee che il suo stesso governo ha recepito e legiferato. Riteniamo che la vaghezza della sua risposta data nell’ultimo incontro sia la conferma che il ministro sa bene che non può assolutamente stravolgere le linee guida per non incorrere in infrazione con la UE. Al massimo potrà ridurre le addizionali aeroportuali per fare un favore a Ryanair e farle recuperare i margini che ha perso nelle suddette compensazioni e a pagare saranno sempre le casse pubbliche. Fino a quando ? Forse fino a quando a Bruxelles non verranno a sapere di queste manovre e fino a quando la Corte Costituzionale non imporrà un nuovo stop come già fece con le sentenze del 2013 e 2014 che impedirono il rifinanziamento della SAGA con i soldi pubblici della Regione Abruzzo dimostrando che senza tali contributi la SAGA sarebbe già fallita. Nel 2015 il governatore D’Alfonso ha rifinanziato la SAGA con 10 milioni di euro per tapparle parte dei buchi e per farla andare in utile, ovviamente con i soldi di noi abruzzesi. Saremmo curiosi disapere in che modo sia stato possibile senza che tali contributi siano configurati come aiuti di Stato e se la commissione europea è al corrente di tale rifinanziamento.”