Rapposelli: “‘Sì alla riapertura di tutti i negozi, anche in Zona Rossa, perché non possono esserci figli di serie A e di serie B”
PESCARA – “Via libera alla proroga dei saldi non solo fino al 15 marzo, ma, rilanciamo, almeno sino a fine marzo, ma soprattutto diciamo ‘sì’ alla riapertura di tutti i negozi, anche in Zona Rossa, perché non possono esserci figli di serie A e di serie B. Le attività di vendita di abbigliamento, scarpe e gioielli, così come bar e ristoranti, non sono gli untori del Covid-19, anzi sono tra i primi esercizi a essersi messi in regola per imporre ai propri clienti il rispetto delle norme anticontagio. Per questo chiediamo oggi che la città di Pescara si faccia capofila di un’attività di pressing istituzionale per chiedere le due modifiche da inserire con la massima urgenza tra i provvedimenti di classificazione dei nostri territori”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Commercio e Attività Produttive, il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabrizio Rapposelli.
“Impossibile non condividere o restare indifferenti rispetto alla richiesta di aiuto e al grido di sofferenza che arriva dalle Associazioni di categoria e da ciascuna singola attività commerciale che per l’ennesima volta è stata costretta ad abbassare le vetrine con il ritorno in zona rossa – ha sottolineato il Presidente Rapposelli -. Che non contestiamo perché è evidente che a fronte di un netto e costante, progressivo, quotidiano peggioramento dei dati inerenti il contagio da Covid e gli ingressi in ospedale era necessaria una stretta sulla città, per limitare le occasioni di uscita e di incontro tra cittadini. Ma siamo tutti altrettanto consapevoli che la nuova chiusura potrebbe determinare la fine di moltissime attività commerciali, già oggi con l’acqua alla gola, e mi riferisco ai negozi di abbigliamento, di scarpe e pelletterie, alle gioiellerie, così come ai bar e ai ristoranti, ossia a tutte le attività che sono giudicate ‘non essenziali’ ai fini dell’emergenza.
Tuttavia è evidente che tale interpretazione rischia di generare una macroscopica e ingiusta disparità di trattamento perché penso sia acclarato che non sono tali negozi o pubblici esercizi gli ‘untori’ del Covid, ovvero non si contrae il virus perché si va ad acquistare un abito nuovo, ma si contrae se non si rispettano le prescrizioni anti-Covid, dunque se non si usa la mascherina o se non si rispetta il distanziamento sociale, o se si favorisce una condizione di assembramento. Ma a oggi, paradossalmente, la zona rossa ha di nuovo imposto la chiusura di tutte le attività che per prime hanno adottato strumenti e situazioni per impedire ogni forma di contagio, non c’è negozio o pubblico esercizio che non abbia istituito dei percorsi all’interno dell’attività per regolamentare e contingentare l’ingresso dei clienti o che non imponga l’uso rigoroso delle mascherine, situazioni facilmente verificabili e riscontrabili. Tale consapevolezza ci obbliga ad attivare un’azione di pressing istituzionale per chiedere che, pur restando in zona rossa, sia consentita la riapertura di tutti i negozi, senza alcuna distinzione, rafforzando, eventualmente, la macchina dei controlli. Perché siamo perfettamente d’accordo con il Prefetto circa l’imponente dispiegamento di uomini e donne delle Forze dell’Ordine per assicurare verifiche a tappeto ovunque delle misure di tutela anti-Covid con pesanti sanzioni per chi le viola.
Contemporaneamente – ha aggiunto il Presidente Rapposelli – crediamo sia assolutamente condivisibile l’appello lanciato dalle Associazioni di categoria per concedere un prolungamento del periodo dei saldi considerando che oggi, di fatto, le nostre attività non stanno beneficiando della possibilità di vendere la propria merce, seppur a prezzi scontatissimi, perdendo l’ultima occasione utile per contenere un minimo le perdite di cassa. Le Associazioni ipotizzano una proroga sino al 15 marzo, noi rilanciamo di allungare il periodo dei saldi almeno sino a fine marzo, per dare modo ai nostri imprenditori di smaltire i magazzini, peraltro mentre le temperature sono ancora basse, e di potersi preparare con calma alle vendite della stagione primavera-estate. E su tali istanze chiedo che sia la città di Pescara, che nel commercio ha il suo motore economico, a farsi capofila di un’attività di persuasione istituzionale”.