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“Saltarello”, Gloria Scipione canta la tradizione popolare

da Redazione

gloria scipioneSi chiama Gloria Scipione ed è la nuova voce dell’Abruzzo, canta la tradizione popolare alla riscoperta dei suoni tipici abruzzesi: venerdì 16 dicembre esce su tutte le piattaforme digitali il branoSaltarello” (distribuito da Halidon), rivisitazione di uno dei più famosi e bei canti, danza di corteggiamento dal ritmo incalzante e festoso.

Hanno lavorato alla produzione del brano: Paolo Di Sabatino (pianoforte, rhodes), Danilo Di Paolonicola (fisarmonica), Daniele Mencarelli (basso elettrico), Glauco Di Sabatino (batteria), Francesco Savoretti (percussioni) e Giorgia Zaccagni (cori); la musica, il testo e l’arrangiamento sono a cura di Paolo Di Sabatino e rendono alla perfezione l’amore viscerale che lega Gloria al suo Abruzzo

Salterello è un sentito omaggio alla propria terra. Il ritmo, la musica, la danza, le immagini, il suono della fisarmonica, si fondono in maniera armonica in un video per la regia di Luca Di Sabatino, che lascia allo spettatore il forte desiderio di visitare tutti i meravigliosi angoli della terra d’Abruzzo.

Gloria Scipione, giovane artista che coltiva la passione per la musica sin dall’adolescenza, presenta con queste parole la sua nuova avventura artistica: “Questo progetto è nato dal fortuito incontro con Paolo Di Sabatino, che oltre ad avermi dato l’opportunità di collaborare con numerosi professionisti (da musicisti a fotografi, videomaker, make-up artist, hair stylist… tutte persone accomunate dalla passione verso l’arte in ogni sua forma), ha capito quali fossero le mie idee e le condivideva volendo anche lui da valore al nostro territorio e così è nato il brano”.

Una scelta ambiziosa e sui generis, nell’epoca dei social e della continua rincorsa alla modernità, quella di cantare la bellezza delle tradizioni popolari della propria terra. Scelta che Gloria Scipione commenta così: “L’uscita del singolo Salterello significa promuovere la bellezza del nostro territorio, la cultura ed il valore delle nostre radici attraverso una melodia che parte da una base popolare e folkloristica ma arricchita con arrangiamenti più complessi grazie a tanti altri strumenti andando oltre alla classica interpretazione data dall’organetto alla quale siamo abituati. Mi auguro che possa essere una sorta di “cartolina” ed un incentivo ad essere vicini alle nostre tradizioni (principalmente contadine) e ad apprezzare la bellezza e la genuinità della nostra terra così ospitale e ricca di tipicità ma ancora così sottovalutata”.

Gloria inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica a 13 anni, frequentando la scuola Start di Castelnuovo Vomano (TE) seguita dall’insegnante Alessia Martegiani. Nel 2006 viene ammessa al Conservatorio “Gaetano Braga” (TE) con il soprano Leonia Vetuschi. Nel 2009 inizia gli studi da privatista con il tenore Piero Mazzocchetti e successivamente presso la sua accademia a Montesilvano (PE). Due anni dopo decide di trasferirsi a Piacenza per continuare gli studi con il soprano Jolanta Stanelyte, prendendo inoltre parte alla rivisitazione del musical Notre Dame de Paris, nel ruolo della protagonista Esmeralda, esibendosi a Piacenza e provincia, ma anche in Abruzzo. Partecipa a numerose masterclass in Italia, fra cui al Festival Musicale Savinese ad Arezzo, a Sellano, a Sulmona, a Piacenza.

Nel corso degli anni prende parte a vari concerti in Abruzzo e nel 2014, dopo l’ammissione al Conservatorio “Giuseppe Nicolini” di Piacenza, persegue una preparazione pre-accademica. Nel 2016 frequenta il trennio al Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Cremona con il maestro Mario Luperi e qui prende parte al dittico “Il ballo delle Ingrate”, andato in scena a Palazzo Affaitati di Cremona, al Palazzo Ducale di Mantova e all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dopo la parentesi piacentina, Gloria decide di tornare nella sua Abruzzo e di frequentare la scuola di musica “FareArte” di Teramo, diretta da Nicoletta D’Alessandro che la riavvicina al pop.

A tal proposito, Gloria ricorda: “Sono molto legata all’Abruzzo. Ho vissuto otto anni a Piacenza e per quanto mi piacesse e mi fossi ambientata, ad un certo punto è stato come se mi mancasse l’aria, il legame verso la famiglia e gli amici di una vita. Il paesello, Cermignano, seppur oramai quasi vuoto, oltre alla bellezza di un tempo che fu non ha molti sbocchi da offrire se non la quiete ed i ricordi più cari. Ma da quando sono tornata sento di aver ripreso in mano la mia vita in qualche modo. Paradossale come il posto che avevo lasciato in cerca di una vita migliore, in realtà mi stia dando diverse opportunità che non pensavo di poter perseguire stando qui. L’Abruzzo per me è casa, affetto, visceralità, tradizione, austerità, fierezza, vita passata che in ogni cosa riesce ad intersecarsi al moderno che avanza”.

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