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Sampdoria, crisi senza fine

da Davide Luciani

Dall’eliminazione col Werder Brema in poi, i blucerchiati hanno inanellato risultati negativi a ripetizione nell’ultimo anno e mezzo. Ora, prima della probabile rivoluzione di gennaio, cercano tre punti per svoltare.

PESCARA –  Doveva essere la squadra “ammazzacampionato” e risalire in A a spron battuto. Invece la Sampdoria continua nella sua lenta e inesorabile discesa, iniziata un anno e mezzo fa, con l’eliminazione dai preliminari di Champions ad opera del Werder. I blucerchiati attualmente si trovano a 15 punti dal primo posto e a 11 dal secondo e sono fuori anche dai playoff. Sono appena 26 i punti raccolti dalla squadra di proprietà di Garrone tra le gestioni di Atzori e Iachini. Tra le prime 15 squadre di B, la Samp è quella che ha vinto meno (appena 5 successi, come l’Ascoli ultimo, per intenderci) , pur essendo la seconda squadra meno battuta in assoluto (solo tre sconfitte). il paradosso si spiega con ilo maggior numero di pareggi racimolati fin qui da Palombo e compagni (ben 11).

Le difficoltà dei liguri sono palesi soprattutto a “Marassi” dove la squadra ha racimolato 12 punti su  30 a disposizione, perdendo due volte e vincendo solo in altrettante occasioni. Fuori casa invece le vittorie sono state tre, i pareggi cinque e le sconfitte una. Il problema maggiore della Samp è che non riesce a liberarsi dello spettro retrocessione dello scorso anno.

Palombo e compagni scendono in campo con la paura di sbagliare, così, invece di aggredire gli avversari, come dovrebbe competere ad una squadra di tale rango, lasciano che siano gli altri a fare la partita, pagando così a caro prezzo, ogni errore commesso nelle retrovie. La nuova gestione Iachini (subentrato a Atzori) ha fin qui portato solo quattro pareggi in quattro partite e cambiato l’impostazione tattica della squadra, passata dal 4-4-2 al 4-3-3. Nonostante il modulo offensivo i blucerchiati faticano da matti a buttarla dentro, in relazione al potenziale offensivo.  Se si tolgono infatti le sei reti rifilate al Gubbio, Pozzi e compagni hanno messo a segno 20 reti nelle restanti 18 partite. Il quartetto Bertani-Piovaccari-Maccarone-Pozzi, che nei piani societari avrebbe dovuto essere l’arma in più verso la corsa promozione, è andato complessivamente a segno 17 volte, quattro reti meno del duo Immobile-Sansovini.

Il vicepresidente Edoardo Garrone ha più volte tuonato contro la squadra, avvertendo i giocatori che, se la squadra non si darà una mossa, a gennaio potrebbe mettere in vendita molti giocatori. La rosa spropositata, 29 elementi a disposizione di Iachini, consiglia comunque la cessione di molti giocatori (Maccarone, Dessena e Koman su tutti) per puntare poi su investimenti mirati in grado di alzare il tasso qualitativo della rosa.

L’attuale assetto tattico, come detto è un 4-3-3 “mascherato” con Foggia che agisce sulla linea degli attaccanti, ma che, in realtà, torna spesso per dare una mano al centrocampo. Proprio Foggia è l’uomo di maggior talento dei sampdoriani. Il napoletano, reduce da tre stagioni ai margini nella Lazio, ha deciso di scender in B, nonostante il corteggiamento estivo del Cesena, convinto dal progetto blucerchiato. Fin qui l’esterno ha messo a segno due reti, condite da alcune buone giocate, ma è chiaro che, da un giocatore come lui, che ha vestito anche la maglia azzurra, Iachini e la dirigenza si aspettino di più. Altri giocatori che non hanno rispettato le attese sono Bertani e Piovaccari. L’anno scorso i due furono autori, complessivamente, di 40 reti (17 per il primo, 23 per il secondo), mentre quest’anno le reti totali dei due sono 8 (5 Bertani e 3 Piovaccari), con l’aggravante, per l’ex attaccante del Cittadella, di aver sbagliato anche due calci di rigore. In queste condizioni, la Samp si presenta all’ “Adriatico” in cerca della vittoria che dia la svolta alla sua stagione.

La vittoria però serve anche al Pescara, reduce da 5 punti in sei partite. Le assenze a centrocampo di Gessa e, soprattutto, di Cascione, sono particolarmente pesanti, anche perché è proprio il centrocampo, il punto di forza della squadra di Iachini. Qui agisce capitan Palombo, vera anima della squadra, che ha scelto di rimanere a Genova, nonostante numerosi corteggiatori in serie A, per farsi perdonare dopo la disastrosa retrocessione dello scorso anno. Saranno lui, Obiang e Dessena, i tre deputati a bloccare le manovre biancazzurre per poi far ripartire la squadra.

La Samp è chiamata anche a cancellare l’ultima cocente sconfitta patita all’ “Adriatico” nel campionato 1999/2000, quando la squadra, allora allenata da Ventura venne travolta con un secco 4-0 (doppietta di Rossi, Gelsi e Sullo) dal Pescara. Un precedente beneaugurante per gli abruzzesi che sperano di ripetere il risultato, per riprendere il discorso promozione, bruscamente interrotto un mese fa.