CGIL chiede che qualità del lavoro, salario e sicurezza nelle strutture accreditate e convenzionate siano priorità nell’agenda della Regione
L’AQUILA – Riceviamo e pubblichiamo una nota pervenuta da CGIL sulla sanità privata.
“Dopo oltre due mesi di richieste e solleciti di incontro sul tema del rinnovo del CCNL della sanità privata la riunione convocata per oggi (ieri per chi legge) 28 dicembre è stata rinviata per impegni dell’Assessore Verì.
Il tema su cui chiediamo da tempo di essere ascoltati è quello relativo alle risorse che l’ente regionale, sulla base di quanto stabilito in Conferenza Stato Regioni, deve riconoscere alle strutture accreditate e convenzionate a copertura del 50% dei costi derivanti dal recente rinnovo del CCNL.
Per quanto riguarda questo rinvio diciamo che le lavoratrici ed i lavoratori sono stanchi di aspettare e quindi in attesa che arrivi la prossima convocazione, probabilmente dopo il 3 gennaio, vogliamo dire all’Assessore che il tavolo che chiediamo non è ulteriormente rinviabile e che le obbligazioni nei confronti di tutte le strutture sanitarie private accreditate e convenzionate sono evidenti.
Siamo pronti alla mobilitazione per quanto detto ma non solo. Infatti l’incontro è stata una occasione mancata per affrontare più in generale una discussione sul ruolo della sanità privata nella nostra regione in ordine alla qualità dei servizi, tariffe e minutaggi, dotazioni organiche con tutte le ricadute sul livello di prestazione all’utenza e sulla qualità del lavoro degli operatori.
Non abbiamo potuto porre all’attenzione dell’Assessore altre questioni urgentissime e cioè quanto sta accadendo in alcune strutture private accreditate e convenzionate in cui si stanno verificando ripetuti contagi da COVID 19 tra ospiti ed operatori.
A Vasto all’Istituto San Francesco con oltre 50 contagiati, a Lanciano nella RSA Santiago oltre 40 positivi tra gli ospiti e 15 tra gli operatori, a Pescara presso la casa di riposo Nazareth dove sono risultati positivi 49 ospiti, di cui 18 ricoverati in COVID Hospital, e 19 operatori su 24.
Insomma numeri allarmanti con organici ridotti e doppi turni per il personale. Chiediamo di sapere se in tutte le strutture è stato adottato quanto prescritto dall’ordinanza n° 93 in particolare in ordine all’obbligo di sottoporre ogni 15 giorni i dipendenti a tampone.
Sarebbe assurdo che a distanza di mesi dall’inizio della pandemia siano ignorate le richieste di adottare tutte le migliori strategie possibili e sentire di dotazioni organiche insufficienti che ancora oggi sono quelle pre-pandemia, ad esempio nelle RSA 1 infermiere ogni 30 malati, per altro stremate e “tagliate” dai contagi.
Pretendiamo che i temi elencati tutti in ordine alla qualità del lavoro, salario e sicurezza, ma anche alla qualità delle prestazioni, di cura, assistenza e riabilitazione, siano al centro dell’agenda politica con l’assunzione immediata di azioni a soluzione delle criticità che specie nell’attuale contesto mettono in pericolo la salute pubblica”.