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Da Santa Claus a Babbo Natale: l’usanza di scambiarsi i doni

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Oggi, 6 dicembre, si festeggia Santa Claus, che la tradizione fa risalire alla leggenda di San Nicola di Bari, divenuto protettore dei bambini dopo averne riportati in vita cinque barbaramente uccisi da un oste.

La storia, adattata alle esigenze locali, è all’origine di tutte le tradizioni legate al mito e al culto di Babbo Natale. La figura di Santa Claus nasce da Sinterklaas, personaggio leggendario derivato da San Nicola, chiamato anche Sint Nicolaas, (270–343), un vescovo greco di Myra nell’attuale Turchia. È raffigurato come un uomo anziano, signorile e serio, con i capelli bianchi e la barba lunga e piena.

Indossa un lungo mantello rosso o una casula sopra un tradizionale camice bianco da vescovo e talvolta una stola rossa, indossa una mitra rossa e un anello di rubino e tiene un pastorale color oro, un lungo bastone da pastore cerimoniale con un’elegante punta arricciata. Nicola era solito fare regali a sorpresa ai poveri, nascondendoli nelle scarpe che loro gli lasciavano davanti alla porta.

L’usanza di scambiarsi doni

Nel Medioevo si diffuse in Europa l’uso di commemorare questo episodio con lo scambio di doni nel giorno del santo. Nei Paesi di tradizione germanica la tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di san Nicola. I bambini, ancor oggi, appendono al caminetto le loro scarpe piene di paglia in una notte d’inverno, perché vengano riempite di dolci e regali da San Nicola; a differenza di Babbo Natale, in quei luoghi il Santo arriva ancora a cavallo.

Un’altra tradizione folclorica delle tribù germaniche racconta le vicende di un sant’uomo, in alcuni casi identificato con san Nicola, alle prese con un demone, che può essere, di volta in volta, un diavolo, un troll o la figura di Krampus (“diavolo inferocito”) o un oscuro uomo che uccideva nei sogni. La leggenda narra di un mostro che terrorizzava il popolo insinuandosi nelle case attraverso la canna fumaria durante la notte, aggredendo e uccidendo i bambini in modo orribile. Oggi, anche in alcuni paesi del Nord Italia, il culmine della festa è una sfilata per le vie delle città in cui San Nicola distribuisce dolci e caramelle ai paesani seguito dai notissimi Krampus.

La tradizione germanica arrivò negli Stati Uniti d’America attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam, rinominata dagli inglesi in New York, prima della conquista britannica del XVII secolo, ed è all’origine dell’abitudine moderna di appendere una calza al caminetto per Natale, simile per certi versi a quella diffusa in Italia il 6 gennaio all’arrivo della Befana

Da Santa Claus a Babbo Natale

Una parte essenziale nella trasformazione di san Nicola in Babbo Natale spetta a Clement Clarke Moore, scrittore e linguista di New York, il quale nel 1823 scrisse la poesia “A Visit from Saint Nicholas”, nella quale rappresentò il santo di origine anatolica come un elfo rotondetto, con barba bianca, vestiti rossi orlati di pelliccia, alla guida di una slitta trainata da renne e latore di un sacco pieno di giocattoli. La renna appare con Santa Claus poiché la tradizione lo ha fatto un personaggio proveniente dal Nord Europa e la renna era sacra a Isa o Disa, la dea Grande Madre degli Scandinavi. Nel nord Europa la renna assume spesso il significato di simbolo lunare, come tutti gli altri cervidi, perciò ha ruoli funerari e di guida delle anime dei defunti nell’oltretomba, ma soprattutto ha ruoli notturni per cui è collegata a Santa Claus che giunge di notte portando doni.

La dimora tradizionale di Babbo Natale cambia a seconda delle tradizioni. Negli Stati Uniti si sostiene che abiti al Polo Nord (situato per l’occasione in Alaska) mentre in Canada il suo laboratorio è indicato nel nord del paese; in Europa è più diffusa la versione finlandese che lo colloca in un villaggio vicinoa Rovaniemi, in Lapponia, esattamente sul Circolo Polare Artico. Secondo i norvegesi la sua residenza è Drøbak, dove si trova l’ufficio postale di Babbo Natale. Altre tradizioni parlano di Dalecarlia, in Svezia, e della Groenlandia. Nei paesi dove viene identificato con San Basilio viene talvolta fatto abitare a Cesarea in Cappadocia.

Non importa da dove venga, quel che conta é che arrivi nel cuore di chi resta bambino.

Pubblicato da
Marina Denegri

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