La cantante britannica ha saputo riscaldare i cuori dei presenti spaziando in maniera camaleontica dal blues, al rock, toccando il folk, fino ad arrivare anche al pop più raffinato. Tecnica sopraffina, ricca di sfumature che la portano a poter esplorare ogni genere musicale, ha affascinato il pubblico con la sua coinvolgente energia. Un live che ha spaziato dai brani dei tanti dischi da lei pubblicati finora a cover reinterpretate con personalità e maestria.
Meravigliose in particolare le versioni di “Fragile” di Sting (dedicata a tutti i presenti), “Piece of my heart” di Janis Joplin, una “Fast car” che non ha fatto minimamente rimpiangere l’originale di Tracy Chapman e la bellissima “I Shall be released” di Bob Dylan. Il miglior momento della serata è stato “A world to win”, scritta con Dominic Miller e tratta dall’album “Where it hurts”.
Il blues è stato padrone assoluto della scena nella parte finale condito dalle splendide acrobrazie vocali della Morris: le note di “Deeper well” e “Gay man blues” richeggiano nell’auditorium e si guadagnano gli ennesimi applausi.
Il bis finale è per il classico “Me and Mrs Jones”: si chiude così un concerto sublime. Sarah Jane Morris ha confermato ancora una volta di essere un’interprete unica e versatile come poche. A fine serata la cantante si è intrattenuta con la gente firmando autografi, facendo foto e dispensando sorrisi, a testimonianza della sua semplicità. Un plauso a lei anche per aver cercato questo bel contatto umano che è stato un po’come la classica ciliegina sulla torta di un evento riuscito alla grande.
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