Diversi i temi trattati nel dibattito, dalla gestione delle frazioni organiche da rifiuti urbani, all’impiego del compost in ambiente protetto e in campo, all’economia circolare in agricoltura. Inoltre i ragazzi hanno avuto modo di presentare e confrontarsi sui percorsi didattici realizzati.
L’iniziativa ha messo in luce un’agricoltura di qualità come fattore di modernità, legata all’innovazione, alla multifunzionalità e alla corretta gestione della filiera di rifiuti come opportunità economica, ambientale e sociale per le giovani generazioni. Un nuovo modello di sviluppo che già esiste ed è messo in pratica a livello globale da tante esperienze virtuose.
L’economia circolare non è più solo la sfida del futuro ma un orizzonte solido e reale per creare ricchezza e nuovi posti di lavoro. Un’economia che, stando ai dati diffusi dalla Commissione Europea, fa bene al Paese. In Italia possono essere creati almeno 190 mila nuovi posti di lavoro. Quello che prima era un semplice rifiuto oggi sempre più è una risorsa che rinasce a nuova vita, grazie a impianti all’avanguardia o soluzioni innovative e che si tramuta anche in energia da utilizzare per rendere un’azienda autonoma al 100%. Con l’obiettivo di ridurre sempre più il conferimento in discarica e di ridurre l’inquinamento, applicando le nuove tecnologie in favore dell’ambiente in tutti i settori, specie nell’agricoltura.
È importante quindi che apprendano già a scuola il nuovo modello economico, al quale presto daranno un prezioso contributo: in agricoltura e in biotecnologia, nelle bio-plastiche, nel design o nella comunicazione.”
Il convegno è il risultato di una collaborazione tra l’Agrario, il COTIR e il CIVETA che punta a fare sistema sul territorio e a sostenere la formazione degli studenti sui temi dell’innovazione tecnologica e sulla gestione delle corrette filiere dell’agricoltura multifunzionale.
“E’ positivo cogliere – conclude Giuseppe Di Marco, Presidente Legambiente Abruzzo, moderatore del tavolo – come stia maturando anche nel territorio vastese l’attenzione verso un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente che genera ricchezza e lavoro; con l’Istituto Agrario al centro di questo percorso, il consorzio CIVETA che non viene più visto come una mera discarica ma come un polo tecnologico articolato su filiere di trattamento dei rifiuti, dalla linea di compost di qualità certificato al progetto per la realizzazione del biometano.
Senza dimenticare il COTIR che, con la sua seppure travagliata esistenza, testimonia l’importanza dell’azione della ricerca dentro le sfide della sostenibilità ambientale e dell’economia del futuro: l’economia circolare.”
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