Il ricercatore italiano Michele Rebesco dell’OGS ha riferito che grazie a ricercatori italiani e spagnoli sono state scoperte grandi frane sottomarine lungo l’Artico sul margine continentale occidentale del Mare di Barents. Individuati anche sedimenti prodotti dalla fusione dei ghiacci che permettono di comprendere i cambiamenti climatici. Il grande progetto sarà illustrato alla stampa, al Lingotto di Torino, Giovedì 22 Settembre 2011,alle ore 10 .30 nel corso di Geoitalia 2011, la Biennale delle Geoscienze organizzata dalla Federazione Italiana Scienze della Terra .
Ha detto Rebesco:
due navi da ricerca l’italiana Esplora, di proprietà dell’OGS di Trieste (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale), e la spagnola Hesperides hanno viaggiato lungo l’Artico focalizzandosi sul margine continentale occidentale del Mare di Barents. I dati acquisiti durante le ricerche scientifiche sono stati estremamente interessanti e saranno illustrati a Geoitalia 2011. Molti i risultati di rilievo in diverse discipline (geofisica, oceanografia/sismica oceanografica, sedimentologia, paleoceanografia, paleomagnetismo) come la scoperta di grandi frane sottomarine, sviluppatesi in seguito all’intensificazione della glaciazione circa un milione di anni fa, la cui genesi è controllata dalle condizioni climatiche e dalla fusione dei ghiacci.
Le ricerche scientifiche hanno portato anche ad altri risultati importanti come la scoperta di sedimenti all’interno della fossa di Kveithola che indicano il ritiro episodico della calotta glaciale del Mare di Barents (la cui precisa datazione è oggetto di una proposta internazionale di perforazione in via di perfezionamento); l’applicazione di un nuovo metodo basato sull’integrazione di misure oceanografiche e dati satellitari per meglio conoscere la circolazione delle masse d’acqua atlantica e artica che ha un profondo effetto sul clima terrestre;-l’individuazione di sedimenti prodotti dalla fusione dei ghiacci che permettono di comprendere le variazioni della Corrente Nord Atlantica che in passato ha influenzato le condizioni climatiche europee ( e che si teme possa in futuro diminuire di intensità a causa del riscaldamento globale generando quindi il raffreddamento del clima). Cruciale dal punto di vista geo-politico ed economico l’Artico registra una consolidata presenza italiana. Ed è teatro di ricerche scientifiche e interessi economici che, nel caso dell’Italia, sono attenti ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile.