L’arresto è stato effettuato in mattinata
PESCARA – Nel corso della mattinata di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pescara hanno tratto in arresto, nella flagranza dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi comuni da sparo e ricettazione E. D’E., 50enne, di San Giovanni Teatino con diverse segnalazioni di polizia.
I militari da diversi giorni avevano posto sotto stretta osservazione l’uomo, studiandone abitudini e movimenti e notando alcuni atteggiamenti sospetti e frequentazioni con personaggi di interesse operativo; ieri mattina hanno deciso di operare unitamente a due unità cinofile, una antidroga e una antiesplosivo.
Hanno proceduto, quindi, dapprima a perquisizione domiciliare presso il suo appartamento dove, dopo attenta ricerca, hanno trovato una bustina in cellophane trasparente contenente residui di polvere di cocaina, un contenitore di proiettili vuoto e tre mazzette di banconote in tagli da 50, 100 e 200 euro confezionate sottovuoto per un totale di 50.000 euro.
Alla luce di quanto rinvenuto, quindi, la perquisizione è stata estesa anche al garage dove i militari hanno setacciato ogni pertugio rinvenendo una macchina per il sottovuoto, due fondine per pistola e 87 colpi a salve; i militari, non paghi, partendo proprio dal garage, hanno iniziato ad esaminare i condotti dell’aria e l’intercapedine tra i tubi ed il soffitto facendo una scoperta sensazionale:
occultati all’interno di una tubo metallico, infatti, hanno rinvenuto
- un fucile mitragliatore marca “Browning”, modello VZ61, calibro 7,65 con matricola, munito di silenziatore, con selettore a raffica con 2 caricatori vuoti;
- un calzino con 92 proiettili calibro 7.65;
- una pistola semiautomatica “Beretta”, cal. 6.35, con matricola con relativo caricatore vuoto;
- una pistola Revolver a tamburo marca “Zastava”, modello 8291, cal. 357 Magnum, con matricola e sei cartucce inserite;
- una calza contenente 62 proiettili cal. 357 Magnum e 9 cartucce cal. 38; una busta con 35 proiettili cal. 6.35;
- una pistola semiautomatica di marca “Zastava”, modello 70, cal. 7.65, con matricola e relativo serbatoio vuoto;
- una busta contenente una pistola semiautomatica di marca “Zastava”, cromata, avente matricola abrasa, con relativo caricatore vuoto e silenziatore;
- una confezione in cellophane trasparente sottovuoto contenente cocaina per un peso totale di quasi 200 grammi.
Tutte le armi e le munizioni, che sono risultate perfettamente efficienti e pronte all’uso, verranno inviati al Ris di Roma per gli accertamenti dattiloscopici, balistici e biologici, al fine di verificare se abbiano già sparato e se, quindi, siano ricollegabili a qualche delitto o se siano state maneggiate da qualcun altro. Dai primi accertamenti pare comunque trattarsi di armi clandestine di provenienza estera.
Le indagini spaziano in tutte le direzioni per capire se questo importante ritrovamento possa essere collegato ad un contesto investigativo di più ampio respiro; nel frattempo per Ennio D’Emidio si sono aperte le porte del carcere di Chieti in attesa di udienza di convalida.
“È stato un ritrovamento desicamente inusuale – ha sottolineato il comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara, Antonio Di Dalmazi – abbiamo ritrovato delle armi, 4 pistole ed un mitragliatore che può essere valutato com arma tipo guerra, soprattutto con la presenza di un silenziatore che non sono certamente parti di armi che si trovano tutti i giorni, 2 etti di cocaina a 50 mila euro in contanti.
Ci siamo arrivati tramite delle indagini che stavamo conducendo ormai da mesi che hanno portato al ritrovamento di altre armi in altre circostanze nella città di Pescara con sequestri di fucili e pistole. La mitraglietta è un’arma dal potenziale abbastanza alto, dotata di silenziatore prelude a scenari abbastanza inquietanti. Stiamo cercando di ampliare le indagini a 360° per capire a cosa sono servite queste armi (agguati, rapine o altro), questo ce lo dirà il Ris con le sue analisi.
Siamo solo all’inizio delle indagini, le approfondiremo in tutti gli aspetti che riguardano sia il soggetto detentore, sia eventualmente altri soggetti che possono avere a che fare con questo traffico. Gli ultimi episodi non sono direttamente collegabili, la cosa che interessa a noi è sottrarre a questi delinquenti le armi che possono avere una forte valenza intimidatoria e per quanto riguarda i reati come le estorsioni e le rapine ed i reati molto più gravi come gli omicidi e le esecuzioni”.
Questa ennesima operazione con sequestro di armi da parte dei Carabinieri di Pescara testimonia come al traffico di stupefacenti, molto frequentemente sia associato anche il possesso di armi, elemento questo determinante per poter accrescere la propria forza intimidatoria.
“Noi veniamo chiamati dai colleghi che stanno seguendo le indagini – ha spiegato l’appuntato scelto del gruppo Cinofili Chieti, Gianluca Sbrolini – nel momento in cui arriviamo noi, specialmente con i cani per la ricerca di armi da esplosione, la zona non è inquinata, quindi prima non è andato nessun collega con armi o altro.
Noi effettuiamo la ricerca e quando vediamo un interessamento forte del cane iniziamo ad approfondire maggiormente la ricerca, nel momento in cui il cane sente che c’è qualcosa si siede com’è accaduto ieri, quello è il segnale del cane in caso di presenza di esplosivo.
Noi addestriamo i cani quando facciamo il corso come scuola che dura 6 mesi. Tutti i giorni quando siamo in Caserma e non siamo fuori per attiivtà, facciamo addestramento con le armi, con esplosivi e con la droga, il cane deve essere sempre allenato. Lavoriamo anche insieme agli artificieri per aggiornarli sui nuovi esplosivi e sui nuovi tipi di armi”.