Scrittura e Immagine Chieti Film Festival, il programma del 9 novembre

Condividi

Tra le proposte  della giornata “La Passione” di Mazzacurati con Silvio Orlando e Cristiana Capotondi

CHIETI – Programma da non perdere quello di domani 9 novembre al Supercinema di Chieti con il 20° Scrittura e Immagine Chieti Film Festival dove alle ore 16,00 si comincerà con “L’amore buio” di Antonio Capuano con Valeria Golino e Fabrizio Gifuni: un ragazzo e una ragazza. Area napoletana. Uno chiuso, introverso, insofferente e per di più confinato in galera, l’altra ugualmente problematica ma confinata in una vita borghese e cittadina dalla quale sembra voler fuggire ma in cui rimane invariabilmente confinata. I due però sono uniti da qualcosa di più che un’affinità elettiva e la frequentazione di diversi psicologi, le loro vite hanno avuto una svolta negativa nel medesimo momento, in un evento che li ha coinvolti entrambi.

Si prosegue alle ore 18,00 con l’ultimo film di Julian Schnabel “Miral” interpretato da Willem Dafoe e Freida Pinto: attraverso la storia di quattro donne (la fondatrice di un orfanotrofio per bambini palestinesi, una terrorista e la problematica madre di quella diverrà l’unica protagonista del film dalla sua metà in avanti), Miral ricostruisce la storia del conflitto dalla fondazione dello stato d’Israele fino agli accordi di Oslo, e attraverso il punto di vista di questa sorta di alter ego della Jebreal racconta come ogni palestinese arrivi, ad un certo punto, ad un bivio. Il bivio tra la via ardua della diplomazia e della speranza di una pace pacifica, da percorrere con pazienza e testardaggine, e la via rabbiosa della lotta più radicale, dello scontro frontale e della lotta armata. Punto d’arrivo, lo stesso: il rispetto dell’identità e dei diritti dei palestinesi e del loro stato.

Alle ore 20,00 è la volta de “La passione” di Carlo Mazzacurati con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston e Cristiana Capotondi: passati cinquant’anni, essere un regista emergente diventa un problema. Ne sa qualcosa Gianni Dubois (Silvio Orlando), che non fa un film da anni e adesso che avrebbe la possibilità di dirigere una giovane stella della tv non riesce nemmeno a farsi venire in mente una storia. Come se non bastasse, una perdita nel suo appartamento in Toscana ha rovinato un affresco del Cinquecento nella chiesetta adiacente. Per evitare una denuncia e una pessima figura, Gianni deve accettare la bizzarra proposta del sindaco del paese: dirigere la sacra rappresentazione del venerdì santo in cambio dell’impunità. Così si ritrova a passare una settimana nella Toscana più profonda nel tentativo di mettere in piedi una specie di Via Crucis, con gli apostoli, Ponzio Pilato, la crocifissione, e un pessimo e vanitosissimo attore locale nella parte di Cristo (Corrado Guzzanti)…

Alle ore 22,00 sarà infine proiettato “My Son, my son What Have Ye Done?” di Werner Herzog con Willem Dafoe e Chloe Sevigny: il detective Havenhurst viene chiamato sulla scena di un crimine. Una donna anziana è stata infilzata con una spada orientale in una casa vicina alla sua abitazione. I sospetti non possono che cadere sul figlio di lei, Brad, che, armato di fucile, afferma di avere con sé due ostaggi. Attraverso le ricostruzioni della fidanzata e di un regista teatrale emerge progressivamente la psicologia del giovane.

Secondo film in concorso di Werner Herzog a Venezia 66. Due film dello stesso autore nella stessa competizione sono già di per sé un fatto anomalo. Se poi si aggiunge che si tratta del connubio tra Herzog e Lynch che produce il film la cosa si fa ancor più degna di attenzione. Poteva sembrare un’unione contro natura quella tra i due e invece il regista del confronto con il limite e analista acuto del suo possibile superamento si trova assolutamente a suo agio nelle atmosfere lynchiane così apparentemente astratte e invece così radicalmente reali. Un film complesso quello di Herzog in cui, ispirandosi a un delitto realmente accaduto, sembra che si tracci una linea di confine tra la ‘razionalità’ (chi sta fuori della casa) e la ‘follia’ di Brad. Ma non è così. Il ragazzo con i suoi fenicotteri rosa (“aquile drag queen” come lui li definisce) cerca di proteggersi da un mondo di cui ha perso le coordinate e in cui un pallone da basket resta in attesa di un bambino di talento che lo trovi per poter dare un significato di libertà alla parola figlio.

Il festival proseguirà fino al 12 novembre con un programma ricco e svariato disponibile on line sul sito www.premiflaiano.it, presso il Mediamuseum ed al Supercinema di Chieti.

I prezzi sono assolutamente concorrenziali: Biglietto giornaliero € 3,00; ridotto giornaliero (fino a vent’anni e tesserati) € 2,00; abbonamenti € 12,00; abbonamenti ridotti € 8,00

Per informazioni Tel. 0854517898

Pubblicato da
Gulizia Leonello

L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter