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Ortona: si conclude, oggi il progetto “Segni migranti. Femminile plurale”

da Direttore

ORTONA (CH) – Questa mattina alle ore 10, al Polo Eden di Ortona, si concluderà il progetto “Segni migranti. Femminile plurale”. Saranno presenti  S.E. il Prefetto di Chieti, Vincenzo Greco, e dell’Arcivescovo di Lanciano-Ortona, Mons. Carlo Ghidelli.

Il progetto è stato realizzato dal Centro Servizi immigrati del Comune di Ortona in rete con il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione della Prefettura di Chieti ed è la prima esperienza a livello nazionale non solo per l’innovativa idea progettuale ma anche per avere realmente proposto un incontro e uno scambio significativo: l’opera è stata  iniziata dalle donne migranti e completata dall’intera comunità. E’ durato tre anni, durante i quali si è proposto di creare percorsi di inclusione delle donne migranti che vivono nella nostra comunità, rendendo visibili nello spazio urbano i loro sentimenti e le riflessioni legate alla vita in questo paese.

In questi anni sono stati organizzati dei laboratori grafico pittorici e di narrazione autobiografica che hanno dato luogo a dei disegni e pittogrammi che sono la sintesi grafica delle idee e sentimenti di chi vive lontano dai propri affetti familiari e non sempre possiede gli strumenti linguistici per esprimerli e condividerli. I pittogrammi migliori, scelti attraverso un sondaggio con una votazione popolare, verranno esposti in modo permanente in alcuni luoghi significativi della città di Ortona, decorando la segnaletica toponomastica, a dimostrazione del fatto che la storia di una parte della nostra comunità è parte della storia dell’intera comunità.

Secondo Leo Castiglione, assessore alle Politiche Sociali, proprio l’esposizione dei pittogrammi in spazi pubblici ha reso così importante il progetto che così è riuscito a rompere quella condizione di isolamento e invisibilità, permettendo l’integrazione tra l’immigrato e la comunità locale.

Dasantila Hoxha, coordinatore del Centro Servizi Immigrati ha sottolineato come il progetto è stato un’opportunità di espressione per le donne immigranti anche fuori dalle proprie mure domestiche dando la possibilità di diventare “protagoniste di uno spazio pubblico”.

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