In una conferenza stampa le motivazioni della sentenza del Tribunale di Pescara.
PESCARA – Nel corso della conferenza stampa convocata ieri, Eugenio Seccia, assessore alle Finanze del Comune di Pescara ,ha ufficializzato i termini della sentenza con la quale il Comune di Pescara ha chiuso tutti i contratti Swap aperti nel 2003; presenti l’avvocato Duilio Manella e l’Ufficio di consulenza CFI Advisors Pescara, composto da Roberto Diodato, Giulio Caso e Massimiliano Palumbaro, oltre al Dirigente del Settore Ragioneria del Comune Giovanni D’Aquino.
“La Bnl è stata condannata a risarcire al Comune di PeL’assessore alle Finanze del Comune di Pescarascara la somma di 920mila euro, di cui 750mila euro quali commissioni non comunicate all’Ente pubblico nella chiusura dei contratti degli Swap, oltre agli interessi legali”.
E’ quanto ha sancito il Tribunale di Pescara nella sentenza emessa ieri chiudendo la partita degli Swap, una sentenza storica che sicuramente avrà un’eco anche nel resto d’Italia dove ci sono migliaia di contenziosi aperti, compreso il Comune di Milano, la capitale della Finanza. Ovviamente si tratta di una sentenza di primo grado, contro la quale quasi certamente la stessa Bnl presenterà ricorso cercando di ribaltare il pronunciamento del Collegio di Pescara, ma non sarà facile per le motivazioni su cui poggia la sentenza stessa, ovvero la mancata dichiarazione all’Ente dei costi di commissione che sui contratti formali sottoscritti erano pari a zero.
“Il mio ringraziamento – ha detto l’assessore Seccia – va ovviamente alla struttura che ha creduto con tenacia alla forza delle motivazioni del nostro Comune portando in giudizio la Bnl ed ottenendo una sentenza storica, la seconda in Italia dopo quella di Penne. Abbiamo avuto la forza di andare avanti e di non cedere alle proposte di transazione e oggi la Bnl è stata condannata a pagare 750mila euro al Comune, ossia 920mila euro conteggiando gli interessi”.
Per comprendere perché il Comune ha scelto di fare i derivati bisogna fare un passo indietro sino ai primi del 2000 e tornare anche al clima finanziariamente favorevole di quegli anni – ha specificato l’avvocato Manella -. All’epoca il Governo italiano, nell’ambito dei tagli dei trasferimenti dallo Stato agli Enti locali, sollecitava le amministrazioni a procedere con la rinegoziazione dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, optando per due alternative: chiudere i mutui vecchi a tassi più elevati e aprirne di nuovi a tassi più bassi o la rinegoziazione dei mutui, che aveva l’handicap del pagamento delle penali. Per questa ragione il Governo consentiva la stipula dei contratti Swap, che prevedevano la rimodulazione degli interessi lasciando invariati i mutui. La finalità era sicuramente apprezzabile, ma le banche, poco fedeli, con i costi elevati di commissione, non favorirono i risparmi, ma produssero gravi perdite. Consideriamo che nel 2008 i contratti in essere valevano meno 6milioni di euro che era la perdita potenziale. A quel punto l’amministrazione comunale di Pescara chiese un’analisi dei contratti e il primo intervento è stato quello di sterilizzare i conti e bloccare le perdite, quindi chiedere gli indennizzi. In fase di giudizio, favorevole la collaborazione degli stessi Istituti di Credito, ossia Unicredit e Bnl, con i quali il Comune aveva stipulato 11 contratti di Swap. Con Bnl era però rimasto aperto il discorso delle commissioni implicite di due contratti iniziali e non dichiarate nei contratti stessi. E a quel punto la trasmissione Report ha tirato giù il velo sull’intera vicenda facendo venire fuori i costi occulti degli Swap, di cui non c’era traccia scritta. Alcuni Enti si sono spesso rifugiati in atti transattivi, il Comune di Pescara ha deciso di andare sino in fondo per avere ragione, aprendo un nuovo capitolo giurisprudenziale. Oggi è stato dimostrato che i costi di commissione esistevano e anche Bnl ha dovuto riconoscerlo.
“A incentivare gli Enti – ha aggiunto Diodato – era proprio l’idea di poter abbassare i tassi d’intesse pagati sui mutui: ad esempio il Comune di Pescara con gli Swap ha rimodulato mutui per 80 milioni di euro su cui prima pagava anche il tasso dell’8 per cento; con gli Swap aveva la possibilità di ridurre la quota al 4-5 per cento su mutui ventennali, dunque l’operazione poteva sembrare vantaggiosa con la possibilità di avere risparmi”. La sentenza di ieri è arrivata dopo quattro anni dall’apertura del contenzioso, avvenuta nel dicembre 2008, “e ha certificato – ha sottolineato l’assessore Seccia – che nell’operazione Swap c’erano costi nascosti, commissioni implicite non dichiarate nei contratti, secondo i quali le commissioni erano zero, mentre oggi sappiamo che c’erano addirittura 750 mila euro di commissioni iniziali già in apertura. Con la sentenza di ieri il Comune di Pescara non ha più derivati e ha chiuso tutti i contratti partiti nel 2003”.
“Quella odierna – ha detto il Dirigente D’Aquino – è una delle fantastiche esperienze determinate dalla continuità amministrativa: si è creato un gruppo di lavoro orientato alla individuazione di una soluzione e, nonostante la procedura fosse iniziata con la precedente amministrazione, ringrazio il sindaco e l’assessore che con forza hanno voluto portare avanti la battaglia”. “Ovviamente – hanno concordato l’avvocato Manella e i consulenti del CFI -, riteniamo molto probabile che la Bnl presenti appello contro la sentenza, per tale ragione non riteniamo prudente, per il Comune di Pescara, impegnare il risarcimento ottenuto di 920 mila euro.