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Nella casa circondariale di Pescara “Il 2 di picche”

da Redazione

spettacolo “Il 2 di picche”

Martedì prossimo lo spettacolo di chiusura del progetto “LIBERA-MENTE”

PESCARA – Martedì 31 maggio presso la Casa Circondariale di Pescara si chiuderà la sesta edizione del progetto “Il due di picche”, patrocinato dal Comune, in sinergia con l’Istituto, l’Associazione AD HOC ONLUS e il Liceo Statale delle Scienze Umane Marconi. Si tratta di uno spettacolo di chiusura del progetto “LIBERA-MENTE”, che si terrà durante la mattina in due distinti spettacoli, uno per i detenuti, l’altro aperto alla comunità. Ieri  la conferenza di presentazione con il sindaco Marco Alessandrini, il direttore della Casa Circondariale Franco Pettinelli, la presidente dell’associazione Ad Hoc Manuela Tabossi, la docente Maria Di Dedda del Marconi e le allievi che partecipano al progetto.

“Lo spettacolo è segno del fatto che la Costituzione è importante per garantire la finalità rieducativa del carcere – dice il sindaco Marco Alessandrini – perché accada ci vuole buona volontà e un progetto valido. Doti che non mancano ai soggetti che stanno dietro LIBERAMENTE, donne e uomini della comstaff due di piccheunità che da anni organizzano il teatro dentro e fuori dalle sbarre del carcere. Lo fa il direttore Pettinelli, che in tal senso ha una storia di esperienze importanti dal passato a oggi. Quanto al teatro, il titolo, Il due di picche, è simbolico: non è la carta più amata del mazzo, però è indispensabile per giocare, credo che il messaggio sia rilevante perché mette insieme la manifestazione rieducativa e la finalità di socializzazione. E’ un palcoscenico interessante per l’Amministrazione, da cui arrivano finalità che sentiamo molto prossime e cui esprimiamo il massimo apprezzamento”.

“In carcere teniamo molto al teatro – aggiunge il direttore Franco Pettinelli – è un particolare tipo di laboratorio quello che nasce dal progetto che propone uno spettacolo che è uno psicodramma, che ci consente di lavorare con la persona del detenuto e il suo reinserimento sociale. Un’opera che portiamo avanti da tempo e per questo ringrazio l’associazione perché lo fa liberamente e gratuitamente. E’ di buon auspicio perché negli anni passati ogni volta che abbiamo portato avanti questa iniziativa i detenuti hanno avuto un percorso di reinserimento più agevole. Ringrazio le ragazze del liceo Marconi che con grande disponibilità sono entrate nell’istituto e hanno lavorato con i nostri attori. Non è un lavoro facile, ma di certo porta benefici a tutte le parti coinvolte. Ci saranno due spettacoli nella stessa giornata, uno per detenuti e uno per la comunità esterna, lo facciamo per far vedere in che modo portiamo avanti il nostro discorso di rieducazione sociale”.

“Una strada aperta da tempo – dice Manuela Tabassi dell’associazione Ad Hoc Onlus che organizza lo spettacolo dal 2011 – l’ottica è quella dell’apertura mentale attraverso la scuola, che ringraziamo per l’apporto che ha dato. L’apertura mentale è importante perché se non sai qual è la tua strada fai fatica a inserirti in un contesto sociale, o a tornarci dopo l’esperienza del carcere. Noi cerchiamo di spostare lo sguardo, è un lavoro necessario per reinserirsi nella realtà. Ringraziamo l’Amministrazione anche per la visibilità che viene data a questo lavoro silenzioso e gratuito che facciamo”.

“Abbiamo iniziato cinque anni fa questo percorso – dice la professoressa Maria Di Dedda del liceo delle Scienze Umane Marconi – si sono avvicendati tanti ragazzi che ne hanno tratto una grande esperienza formativa. L’obiettivo è partire dalla cultura e poi trasferirla nel territorio. E’ necessario superare questi luoghi comuni e andare avanti, una via che consente di conoscere se stessi attraverso gli altri. Il risultato credo che lo abbiamo ottenuto: restituire e dare alla società attraverso un percorso di educazione e formazione o rieducazione. Una sinergia nata per questo che ha portato le ragazze nell’istituto e che porterà i detenuti a scuola a raccontarne gli effetti”.

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