PESCARA – Un piano straordinario per verificare lo stato di sicurezza delle strade abruzzesi, particolarmente problematiche sia per i mezzi pesanti che per le auto. Lo chiede l’associazione delle imprese dell’autotrasporto, Cna Fita, all’indomani del tragico crollo di un ponte avvenuto a Genova, invocando misure urgenti per la messa in sicurezza delle nostre strade: richiesta motivata delle particolarità del nostro sistema viario, caratterizzato da complessa struttura orografica della regione, ma anche segnato dai danni provocati dai terremoti e dalle precipitazioni straordinarie degli anni passati.
«Ponti, viadotti e gallerie – esordisce il presidente regionale Gianluca Carota – sono gli elementi distintivi che caratterizzano i tre tratti autostradali che attraversano la nostra regione: sia A24 e A25 in direzione di Roma, sia A14 Adriatica, che proprio nel pezzo abruzzese si caratterizza come forse il più pericoloso dell’intero percorso che va dalla Puglia all’Emilia. Si tratta di percorsi già di per sé pericolosi, in ragione della loro conformazione, ma che una carenza di manutenzione può far diventare micidiali».
Cna Fita non limita la propria richiesta alle sole tratte autostradali: «perché – sottolinea ancora Carota – occorre accendere un faro anche sul resto della nostra viabilità, il sistema delle statali e delle strade ad alta densità di traffico. Arterie che presentano le stesse problematiche, per l’elevata presenza di ponti, viadotti e gallerie sia sulla costa che nell’entroterra».
A detta dell’associazione delle imprese dell’autotrasporto aderenti a Cna, in questo scenario: «ciascuno deve fare la propria parte: i gestori delle autostrade, da una parte, ma anche lo Stato, che da parte sua deve vigilare sull’applicazione delle regole stabilite nelle concessioni, ed eliminare i tanti lacci burocratici che spesso, paradossalmente, finiscono per frenare le manutenzioni a carico dei concessionari».
Alle forze politiche, infine, gli autotrasportatori Cna dicono come abbiano: «davvero poco senso le polemiche, molte delle quali sterili e dal sapore strumentale, che caratterizzano la discussione all’indomani della tragedia di Genova: gli utenti della strada non ci stanno, e chiedono a tutti i partiti, senza distinzione di sorta – al di là del ruolo di maggioranza o opposizione ricoperto – di assumersi le proprie responsabilità, proponendo ai cittadini e alle imprese una immagine credibile che faccia della sicurezza il punto nodale della propria iniziativa».
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