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Silvio Recinella partecipò alla leggendaria cattura del sottomarino tedesco “U-505 Wolfe Pack”

da Redazione

Silvio RecinellaPESCARA – Silvio Recinella nacque a Pescara, il 10 aprile del 1925, da Fedele (nato nel 1895) e Anna Sargente (nata nel 1892). I suoi genitori erano entrambi di Castellammare Adriatico. Il padre, Fedele, decise di tentare il “sogno americano”. Giunse una prima volta ad “Ellis Island” nel 1913 a bordo del piroscafo “Calabria”. Successivamente fece ritorno in Italia e sposò Anna Sargente dalla quale ebbe due figli: Panfilo (1923-1983) e Silvio.

Nel 1927 l’intera famiglia salì sulla nave “Colombo” destinazione “Ellis Island”. Vissero per un periodo a Steubenville in Ohio per poi stabilirsi a Dentroit nel Michigan. Appena ottenuto il diploma, Silvio, si arruolò nella “U.S. Navy” per prendere parte alla Seconda Guerra Mondiale. Per tre anni combatté nei più cruenti teatri di guerra tra l’Atlantico ed il Pacifico. Di stanza sulla “U.S.S. Chatelaine DE-149” un cacciatorpediniere di scorta assegnato al “Guadalcanal Task Group 22.3” degli Stati Uniti.

Leggendaria la cattura di una Uboat tedesca, il sottomarino “U-505 Wolfe Pack” (oggi conservato al “Chicago Museum of Science and Industry” dove nome di Recinella, insieme a quello degli altri marinai, è ricordato per aver partecipato alla sua cattura). L’equipaggio della “U.S.S. Chatelaine DE-149” ricevette cinque “ battle stars” e una citazione dell’unità presidenziale per il loro coinvolgimento nella cattura dell’ormai famoso sottomarino. Silvio lavorò per undici anni presso la “Chrysler Corporation”. Durante questo periodo sposò, nel 1950, la sua fidanzata Adelaide Onorato (fu una corrispondente di guerra). Successivamente, Silvio, divenne “process engineer” della “Ford Motor Company” dove lavorò fino al 1987 anno del suo pensionamento. Nel 1983 Adelaide, la moglie, morì. Nel 1992 Silvio si risposò con Frances Recinella. Silvio Recinella morì nel gennaio del 2014. La madre, Anna, era morta nel 1971.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”.

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