“Leggendo l’Accordo di Programma” Spiega Pettinari “sottoscritto nel 2017, tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Abruzzo, il Comune di Bussi e la Solvey, relativo alla procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento della progettazione esecutiva ed esecuzione degli interventi di bonifica delle aree esterne Solvay in Bussi sul Tirino, notiamo che al comma 4, dell’articolo 2 (Passaggio di proprietà delle Aree Solvay), è riportato : “il passaggio di proprietà delle Aree Solvay non potrà in alcun caso avvenire in caso di mancata aggiudicazione della Procedura di Gara, nonchè in caso di mancata stipula del contratto. In tal caso le Parti dichiarano sin d’ora di non aver nulla a pretendere l’un l’altra in ragione del mancato verificarsi di tali presupposti”.
Ed il contratto sembrerebbe proprio mancare, non essendo stato ancora firmato, così come dichiarato dallo stesso Sindaco del Comune di Bussi sul Tirino nella sua missiva dell’11 luglio 2018, (protocollo n. 4245) inviata al Ministro Costa, dove si legge chiaramente, tra le atre cose: “Inoltre non è stato ancora nominato il direttore dei lavori, non è stato ancora sottoscritto il contratto con la società aggiudicataria e non è avvenuto il trasferimento delle risorse disponibili nella contabilità speciale n. 3911 all’uopo istituita”.
Un aspetto che violerebbe quanto previsto dall’Accordo tra Ministero, Regione e Comune, che di fatto non avrebbe dovuto permettere al Comune di Bussi di poter procedere a sottoscrivere l’atto di compravendita. Esortiamo il Sindaco a fare chiarezza su questo aspetto.
A questo dubbio si aggiunge quello relativo ad alcune particelle catastali, che se pur presenti nell’atto di compravendita firmato tra la Solvay e il Comune di Bussi, non risulterebbero comprese nell’allegato “C” dell’Accordo di Programma, dove si elencano gli estremi catastali delle Aree Solvay e delle Aree Privati. Come è possibile tale discrepanza? Ci chiediamo, inoltre, se l’atto di compravendita sia stato comunicato nei tempi previsti alla Regione e al Ministero, così come disposto dall’Accordo di Programma.
E’ importante sottolineare” continua Pettinari “che il comune di Bussi ha tutto il diritto di riprendersi quanto negli anni è stato levato, anzi, crediamo che un’ulteriore occasione persa si riscontri nell’ultimo atto di concessione della derivazione di acqua ad uso idroelettrico del Fiume Tirino nel territorio del Comune di Bussi, emanato da Regione Abruzzo. Infatti, a seguito della concessione della derivazione di acqua ad uso idroelettrico, qualcosa non torna: il Comune di Bussi, in data 10.11.2016, con nota prot. n. 90919, ha manifestato il proprio interesse per lo sfruttamento della risorsa idrica presente nel proprio territorio in quanto “bene pubblico al servizio dello sviluppo della comunità” come concordato nel protocollo di intesa, finalizzato al rilancio produttivo e occupazionale nel territorio di bussi. Una richiesta nel pieno delle funzioni in quanto il Comune, in caso di nuova assegnazione, poteva beneficiare di uno speciale diritto di prelazione per interesse pubblico, come stabilito dal Decreto 13 agosto 2007, n. 3/reg. della Regione Abruzzo.
Una richiesta, però, apparsa carente sia nei contenuti che nelle modalità di presentazione, tanto che Regione Abruzzo ha invitato il Comune di Bussi a presentare un’integrazione. Integrazione che non è mai arrivata, come si evince dalla stessa Determinazione di assegnazione, lasciando di fatto che la concessione venisse assegnata ad una società privata, estromettendo lo stesso comune di Bussi da qualsivoglia futura possibilità di utilizzo della risorsa acqua per uso idroelettrico ai fini del rilancio del territorio.
Come è stato possibile presentare una domanda carente dei principali contenuti e non preoccuparsi poi di effettuare le opportune integrazioni? La gestione della derivazione di acqua per uso idroelettrico sarebbe stata un valore aggiunto per il Comune di Bussi che attraverso il governo diretto degli introiti che ne sarebbero derivati, avrebbe rappresentato un importante incentivo per la riqualificazione del territorio e dei servizi per la comunità”. Conclude Domenico Pettinari.
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