Appoggiata la richiesta dei 41 sindaci del Vastese di chiudere le attività economiche e industriali che non producono beni di prima necessità
VASTO – Fiom Cgil e Fim Cisl concordano pienamente con la richiesta dei 41 sindaci del comprensorio Sangro-Aventino di chiudere tutte le attività economiche e industriali che non producono beni di prima necessità. Misure più restrittive sono state infatti auspicate con un documento inviato al premier Giuseppe Conte e al presidente della Regione, Marco Marsilio. Lo riporta l’Ansa.
“In questo momento difficile – dice Alfredo Fegatelli, segretario generale Fiom Chieti- è giusta tale richiesta a difesa delle proprie comunità che iniziano a vedere i primi segnali di questo maledetto virus. È evidente che la situazione si ripercuote anche sui lavoratori residenti nei paesi. La prova evidente è stata quando in Sevel i sindacati hanno concordato con l’azienda che i lavoratori che non erano in condizione di recarsi al lavoro sarebbero stati coperti dalla cassa integrazione. Infatti, ieri oltre il 60% dei lavoratori Sevel non si è presentato al lavoro. In altre aziende, dove non è stato possibile questo percorso, sono stati dichiarati gli scioperi con alta adesione. Questa situazione, e non solo, – aggiunge Fegatelli- ha giustamente preoccupato i sindaci della ValSangro che stanno chiedendo con forza attraverso la Prefettura l’intervento del Governo a tutela delle comunità che rappresentano. Riteniamo importante questa presa di posizione dei sindaci e ricordiamo che se esistono i presupposti, gli stessi, coinvolgendo la Regione, possono percorrere la strada della quarantena nei propri comuni al fine di contribuire a limitare i movimenti e di conseguenza la diffusione del virus.
La Fiom sarà a sostegno dei lavoratori e di quanti opereranno a difesa degli stessi e delle comunità in cui vivono”.
Quanto alla segreteria regionale Abruzzo – Molise della Fim Cisl evince in una nota che “Appoggia e sostiene l’iniziativa dei sindaci perché la salute dei lavoratori e delle loro famiglie deve venire prima di qualsiasi interesse economico.
Condividiamo le preoccupazioni dei 41 sindaci della Provincia di Chieti, dei sindaci di Teramo, L’Aquila e del Molise che hanno scritto ai Presidenti delle Regioni e al Presidente del Consiglio chiedendo la chiusura delle attività produttive non di prima necessità. Nelle aziende e sui mezzi di trasporto pubblico risulta difficile il rispetto dei decreti e ogni probabilità di contagio deve essere scongiurata in tutti i modi”.