Come abbiamo avuto occasione di affermare non più di tre mesi fa, l’indomani dei danni subiti dal presidente ancora una volta in casa propria, la violenza e l’intimidazione non possono essere considerate strumento di dialogo, né espressione di malcontento per le sorti della nostra squadra.
Parliamo di strumenti che non appartengono alla comunità biancazzurra che ha seguito sempre il Pescara sia prima che dopo la serie A e che comunque non servono a raggiungere alcun tipo di traguardo.
Noi vogliamo essere la popolazione che segue la squadra sugli spalti dello stadio, in trasferta e in televisione e fa sentire il proprio sostegno sempre, quella che gioisce quando c’è da gioire, che si arrabbia quando c’è da arrabbiarsi e che magari si rammarica per i risultati, ma che mai ricorre a fomentare la paura per manifestare la propria esistenza o la propria opinione.
Una comunità che continuerà a seguire così i colori cittadini, con l’auspicio che la nostra stella possa tornare presto a brillare, com’è accaduto in passato e come ci auguriamo possa di nuovo accadere al più presto”.
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