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Situazione cimiteri dopo l’emergenza Covid-19 a Pescara

da Redazione

cimitero pescara

Rapposelli: “A tre mesi dall’inizio dell’emergenza coronavirus abbiamo voluto ascoltare assessore e dirigente per fare un quadro della situazione nei nostri cimiteri, ovvero per avere un bilancio delle tumulazioni necessarie”

PESCARA – “L’emergenza Covid-19 ha messo a dura prova anche i cimiteri di Pescara. In due mesi si è registrato il 49 per cento di decessi in più rispetto al 2019, imponendo uno sforzo supplementare nella gestione dei due camposanti, soprattutto quello dei Colli Madonna in cui la carenza di loculi ha imposto a molte famiglie di seppellire il proprio congiunto a San Silvestro. Con l’ingresso nella Fase II e la discesa della curva pandemica, fortunatamente, anche il numero dei decessi sembra scendere e, a partire da agosto 2020, Ambiente Spa, che gestisce il servizio, dovrebbe tornare in possesso di loculi e fosse di inumazione, consentendo in questo modo a chi vorrà di traslare il proprio congiunto. E, in tal senso, con l’amministrazione comunale si dovranno studiare le formule per un possibile abbattimento dei costi a carico delle famiglie”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Attività Produttive-Commercio-Edilizia scolastica-Cimiteri Fabrizio Rapposelli che oggi ha invitato in audizione l’assessore delegato Mariarita Paoni Saccone e il dirigente di Ambiente Spa Massimo Del Bianco.

“A tre mesi dall’inizio dell’emergenza coronavirus – ha spiegato il Presidente Rapposelli – abbiamo voluto ascoltare assessore e dirigente per fare un quadro della situazione nei nostri cimiteri, ovvero per avere un bilancio delle tumulazioni necessarie, ben consapevoli di aver ereditato una situazione difficile visto che da anni nel cimitero dei Colli non si costruiscono nuovi spazi. E oggi che l’emergenza sembra stia dando un po’ di respiro, vogliamo anche affrontare le eventuali problematiche emerse”.

A tracciare un bilancio fornendo i numeri dell’emergenza è stato il dirigente Del Bianco: “La situazione emerge paragonando i dati di marzo e aprile 2020 a quelli dello stesso periodo del 2018 e del 2019: nel 2018 abbiamo avuto 90 decessi a marzo e 94 ad aprile, dunque 184 complessivi; nel 2019 ci sono stati 85 decessi a marzo e 75 ad aprile, ovvero 160; nel 2020 abbiamo registrato 104 deceduti in marzo e 112 in aprile, ovvero nei due mesi clou dell’emergenza Covid, quindi 216 salme. È evidente che nel 2020 si sono stati più decessi, ovvero +22 per cento rispetto al marzo 2019 e +49 per cento rispetto ad aprile 2019, rispecchiando la pandemia in corso. Per le procedure di tumulazione Ambiente ha ovviamente adottato tutte le misure di tutela previste dalla normativa e tutte le salme Covid sono state iscritte nel registro dei defunti con accanto la lettera ‘y’ perché se in futuro si dovesse procedere a una estumulazione comunque gli operatori dovranno essere informati che si tratta di una salma affetta da coronavirus e andranno osservate delle particolari cautele”.

E il numero maggiore di decessi ha ovviamente generato difficoltà soprattutto nel cimitero di Colli Madonna, “già lo scorso anno – ha ricordato il dirigente Del Bianco -, dunque non in presenza di una pandemia, abbiamo dovuto chiudere il cimitero per le tumulazioni perché gli unici loculi disponibili erano e sono quelli di cui rientriamo in possesso al momento delle estumulazioni per scadenza della concessione. Ovvero: nei nostri cimiteri vige la norma per la quale a 30 anni dalla sepoltura in loculo scadono le concessioni e, allertata la famiglia e i congiunti, si può procedere all’estumulazione del defunto per la riduzione in resti. Ovviamente una volta riesumato il corpo, si deve verificare se la salma si sia mineralizzata, ovvero decomposta, per poter poi sistemare ciò che resta nei colombari o, in caso di disinteresse o assenza di una famiglia, nell’ossario comune. Il problema è che spesso quando avvengono le estumulazioni, le salme non si sono ancora mineralizzate, e in questo caso i resti vanno sistemati in una cassa di cartone e introdotti nelle fosse di inumazione per 5 anni, dove il corpo completerà il suo percorso per la riduzione in resti. Il nostro problema oggi è che abbiamo esaurito le fosse di inumazione e abbiamo dovuto interrompere la liberazione dei loculi scaduti.

Quindi nel cimitero di Colle Madonna è stata possibile solo la tumulazione di chi già aveva posti di proprietà in cappelle private, sepolcreti o altro loculi, negli altri casi abbiamo dovuto provvedere al trasferimento delle salme nel cimitero di San Silvestro dove ancora c’è un residuo di disponibilità. Per fine agosto dovremmo però essere in grado di riprendere le operazioni di tumulazione anche ai Colli dove potremo liberare anche alcune fosse di inumazione trascorsi i 5 anni”.

“Ovviamente – ha ripreso il Presidente Rapposelli – è evidente che molti congiunti che avrebbero preferito seppellire il proprio caro nel cimitero di Colle Madonna dove magari ci sono già altri familiari, e hanno dovuto accettare oggi la sistemazione a San Silvestro, sperano di poter al più presto traslare il proprio caro nella destinazione originaria. Operazione possibile, come hanno precisato l’assessore Paoni Saccone e il dirigente Del Bianco, ma in questi casi l’utente che si è già dovuto accollare la spesa dell’acquisto del loculo per 30 anni a San Silvestro ottiene un minimo rimborso, pari al 50 per cento della spesa sostenuta se rimuove la salma entro i primi cinque anni, 30 per cento tra il sesto e il ventesimo anno; il 20 per cento tra il ventunesimo e trentesimo anno. In più deve comunque sostenere le spese per l’acquisto del nuovo loculo, il trasporto della salma e la seconda tumulazione. Ed è qui allora che va aperta una verifica amministrativa per capire come abbattere i costi di tale operazione che, in questo caso specifico, il cittadino subisce senza colpa, perché la scelta di San Silvestro, nel momento eccezionale, straordinario dettato dal Covid-19, è stata imposta e non opzionale e dunque l’utente andrà supportato nel momento in cui potrà sistemare in modo definitivo il proprio congiunto”.

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