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Situazione Pescara Parcheggi: esito seduta Commissione

da Redazione

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PESCARA – “Investiremo il Prefetto Gerardina Basilicata della grave problematica dei 49 lavoratori della Pescara Multiservice, l’ex Pescara Parcheggi, la società partecipata del Comune che si occupa della gestione della riscossione dei posti auto a pagamento e dell’apertura e chiusura di alcuni impianti sportivi, 49 dipendenti costretti a casa dallo scoppio della pandemia da Covid-19 e senza stipendio da due mesi. L’impasse si sarebbe generato perché l’Agenzia Interinale, presso cui sono assunti a tempo indeterminato, non riesce a chiudere l’accordo con la Formatemp, l’Associazione di tutte le Agenzie interinali ed Ente bilaterale, per ottenere un fondo adeguato a coprire le esigenze finanziarie per i loro 150 dipendenti, compresi quelli di Pescara Multiservice. Di fatto siamo in una situazione di stallo in cui non vediamo vie di uscita se non il coinvolgimento di un’Istituzione superiore che avvii le procedure di raffreddamento”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Mobilità Armando Foschi al termine della seconda seduta di Commissione oggi dedicata alla problematica occupazionale dei 49 dipendenti della Pescara Multiservice. Presenti, virtualmente, in collegamento web anche l’Amministratore di Pescara Multiservice Di Tella, il responsabile del servizio Giovanni Cozzi, e la responsabile della società interinale che fornisce i dipendenti, Francesca Liburdi della Osmosi.

“Il primo dato di partenza è che l’amministrazione comunale ha deciso di far slittare a inizio di giugno il ripristino del regime del pagamento dei parcheggi sulle strisce blu, inizialmente fissato per il 12 maggio – ha sottolineato il Presidente Foschi -. In realtà la società Pescara Multiservice era già pronta a tornare sul campo con gli Ausiliari del traffico, che erano già stati sottoposti a visita medica, seppur nessun dipendente abbia avuto contatti con persone colpite dal Covid-19 né abbia manifestato sintomi, ma l’amministrazione comunale ha fatto una scelta tesa a venire incontro alle esigenze delle centinaia di residenti nelle vie in cui vige la sosta a pagamento, e che oggi sono costretti ancora a casa, magari a operare in smart working, e che dunque si troverebbero a dover fronteggiare una spesa onerosa con il ritorno del ticket. Questo però significa che per il terzo mese consecutivo la Pescara Multiservice avrà incassi zero, ovvero per il terzo mese consecutivo i dipendenti resteranno a casa: per il mese di marzo hanno potuto sfruttare le ferie pregresse e anche quelle nuove del 2020, ma da aprile doveva scattare anche per loro la Cassa integrazione in deroga, che per i dipendenti delle Agenzie interinali si chiama TIS, ovvero Trattamento integrativo salariale, ma di fatto a oggi, e siamo a metà maggio, non hanno ricevuto un euro e soprattutto non hanno alcuna data né certezza”.

“Nell’attesa di riprendere il servizio di gestione della sosta – hanno spiegato l’Amministratore Di Tella e il responsabile Cozzi – la Pescara Multiservice è andata avanti, quindi abbiamo consegnato ai nostri dipendenti i kit di lavoro, che comprendono guanti monouso, mascherine e gel igienizzanti, e abbiamo fatto alcune riunioni con il nostro responsabile della sicurezza per spiegare loro come si dovranno comportare nel rapporto con l’utenza una volta tornati in strada, nozioni base sul distanziamento sociale o il pagamento in contanti, a tutela personale e degli stessi automobilisti. Poi, pensando che avremmo ripreso l’attività già il 12 maggio, abbiamo iniziato i piccoli interventi di manutenzione sulle grandi aree di sosta, provvedendo allo sfalcio dell’erba alta sul lato sud delle aree di risulta, e ora interverremo sul lato nord, nell’area antistante il Bingo, in quella del Tribunale e in piazza Primo Maggio. Discorso più semplice per gli 11 dipendenti addetti all’apertura e chiusura degli impianti sportivi, che non sono addetti alla sanificazione delle strutture e che non hanno rapporti con il pubblico, e per i quali sarebbe fondamentale riprendere il lavoro visto che, essendo stati assunti da poco, non hanno neanche potuto beneficiare di ferie non godute o future, dunque sono da tre mesi senza stipendio”.

Ed è proprio sulla mancata corresponsione della Cassa integrazione in deroga o Tis che si è focalizzata l’attenzione della Commissione, “e sulla problematica il quadro è assolutamente confuso, caotico e soprattutto per ora non si intravede una soluzione – ha constatato il Presidente Foschi -. In sostanza la responsabile della Osmosi ha affermato che a oggi l’Agenzia dispone di un fondo di appena 10mila euro, insufficiente a coprire i suoi 150 dipendenti complessivi sospesi dai vari servizi, e fra essi, ovviamente, sono compresi i 49 dipendenti di Pescara Multiservice inseriti nel calderone. Per garantire il Trattamento a tutti, la Osmosi ha affermato di aver bisogno di un plafond di 150mila euro e su questo sarebbe in corso la trattativa con i sindacati e con l’Ente bilaterale, ovvia la Formetemp, l’Associazione che riunisce tutte le Agenzie interinali teso a raggiungere un accordo propedeutico e necessario per mandare la famosa domanda allo Stato che poi dovrebbe erogare i fondi.

A oggi, dunque, ci sarebbe solo una domanda della Osmosi inviata all’Associazione con un primo verbale inerente un primo incontro, neanche firmato, dunque privo di validità. Rispondendo ai quesiti sorti durante la Commissione, la responsabile di Osmosi ha affermato che la disciplina giuridica delle Agenzie interinali risponde a norme diverse da quelle societarie per l’accesso alla Cassa integrazione in deroga, ovvero l’Agenzia interinale non avrebbe fondi a disposizione, ma è l’Ente bilaterale che ha i fondi e li deve distribuire tra tutte le Agenzie interinali, dunque, a suo giudizio, la Osmosi innanzitutto non deve personalmente nulla ai dipendenti, visto che la sospensione dal lavoro per Covid-19 è stata disposta non dall’Agenzia, ma dagli Enti utilizzatori; in secondo luogo la Osmosi avrebbe fatto tutte le procedure previste, compreso l’invio dei cedolini di ogni singolo lavoratore e il conteggio delle ore di servizio prestate da retribuire. Ma è qui che ora dobbiamo valutare i percorsi da intraprendere: innanzitutto il Comune di Pescara deve preoccuparsi di tutelare i 49 dipendenti della Pescara Multiservice, che è una società partecipata del Comune, e non possiamo accettare che siamo stati inseriti in un calderone unico con altri lavoratori interinali che, evidentemente, operano per altri mansioni in altre aziende, né possiamo essere ‘usati’ come chiave di volta per disinnescare una trattativa che oggi è a un punto morto. Poi, a oggi non siamo a conoscenza di altre Agenzie interinali nel pescarese che abbiano lo stesso problema della Osmosi, dunque va chiarito perché l’impasse riguarda solo tale Agenzia.

Infine, secondo la norma, le Agenzie interinali operano in un regime di anticipazione poi compensato da un Fondo di solidarietà che deve intervenire per rimborsare le somme erogate. È evidente che l’anticipazione della Tis non può, in questo caso, essere operata dalla Pescara Multiservice perché i 49 dipendenti sono assunti con contratto a tempo indeterminato dall’Agenzia Interinale, dunque quando poi arriverà il Fondo di solidarietà, le somme non verrebbero mai restituite alla Pescara Multiservice, ma, appunto alla Osmosi. Dunque va ora chiarito perché l’Agenzia non opera in regime di anticipazione, né è pensabile né accettabile che i lavoratori restino senza stipendio in attesa di un accordo con l’Ente bilaterale che ci pare molto lontano, perché è difficile che 10mila euro possano improvvisamente diventare 150mila euro. A questo punto crediamo – ha aggiunto il Presidente Foschi – che l’unica strada immediatamente percorribile sia quella di investire il Prefetto della problematica, chiedendo la convocazione di un Tavolo urgente alla presenza della Osmosi, della Pescara Multiservice, il Comune di Pescara e i sindacati per attivare le procedure di raffreddamento e individuare subito una soluzione della vicenda. Intanto attendiamo gli esiti dell’ennesimo incontro, previsto in giornata, tra Ente bilaterale, Osmosi e sindacati”.

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