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Sonia Di Tommaso ha vissuto e raccontato, dalla parte dei più deboli, tutte le tragedie del secolo scorso

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Era abruzzese, nativa di Cerchio (AQ). All’apparenza questa, potrebbe sembrare, una storia minore. Per noi non lo è affatto

PESCARA – Sonia Di Tommaso nacque a Cerchio (AQ), il 18 gennaio 1928, da Loreto Di Tomasso e Angela Pierri. Arrivò ad “Ellis Island”, per raggiungere il marito, nel 1955 con il piccolo Ambrogio, suo figlio, di appena cinque anni. La famiglia visse per anni prima Brooklyn ed infine in Florida. Fino a qui una delle tante, normali, storie di emigrazione. Ma non è così. Questa è la storia di una donna abruzzese che ha vissuto, incredibilmente e coraggiosamente, quasi tutti gli eventi più dolorosi del secolo scorso. Dalla povertà, alle ferite famigliari della catastrofe del terremoto, alla tragedia della guerra, alla dolorosa emigrazione. Poi, infine, il riscatto in terrà d’America. Per anni Sonia raccontò, a gente quasi incredula, le sue tristi vicende. E un giorno decise di raccogliere i suoi ricordi in un libro: “Surviving Anzio. – Living in Nazi Italy 1943 and Beyond”. Nel libro appaiono come spettri: la povertà, i tristi racconti del terremoto del 1915 dove perderà la nonna e una zia, la guerra e l’arrivo dei tedeschi a casa sua. Della guerra che non riuscì mai a cancellare dai ricordi: “sento ancora il rumore dei cannoni, i bombardamenti, la casa che vibra e l’odore della polvere da sparo …”. Il suo racconto di guerra parte dal 1943 e supera lo “sbarco di Anzio”. Visse tutto questo, con la sua famiglia, prima in Abruzzo e poi ad Ardea non lontano da Anzio. In quei giorni conobbe il marito, Marco Cucinotta, che sposò l’11 aprile del 1948. Poi l’emigrazione: prima in Francia e poi verso gli Stati Uniti. Arrivò ad “Ellis Island”, nel 1955, sulla nostra “Andrea Doria” (l’anno dopo sarebbe affondata nello scontro con la svedese “Stockholm”). Oltreoceano conoscerà, finalmente, la meritata tranquillità lei lavorando come sarta e il marito come carpentiere. . Coronerà così con il “sogno americano” , dopo la durezza di una intera vita fatta di lotta, fame e disperazione. Quando nel 2015, aiutata dal figlio, mise nero su bianco i suoi ricordi disse: “ voglio dedicare questo mio libro a tutti quelli che combatterono, con coraggio, per la difesa della libertà”. Sonia morì il 27 settembre 2016.

(a cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”)

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