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Sospiri e Delle Monache su gestione CAS di Loreto Aprutino

da Redazione

SospiriIl Capogruppo FI regionale  e il consigliere comunale chiedono un approfondimento delle segnalazioni di residenti: alcuni pulmini caricherebbero ogni mattina  gruppi di immigrati  per portarli a lavorare

PESCARA – Il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri e il consigliere comunale di Loreto Aprutino Antonello Delle Monache che, già nell’agosto del 2017, hanno sollevato la problematica della gestione del CAS di Loreto Aprutino,tornano a chiedere chiarimenti urgenti su tale tema.  Infatti da  alcune segnalazioni ricevute dai residenti, sembrerebbe  che ogni mattina alcuni pulmini si presentino nella Tenuta per caricare gruppi di immigrati e portarli a lavorare non si sa  bene dove. Tale procedura, se confermata, merita  un approfondimento giudiziario e prefettizio.

“Nell’agosto 2017 – hanno ricordato il Capogruppo Sospiri e il consigliere Delle Monache – abbiamo scoperchiato un vero ‘vaso di Pandora’ nella zona di contrada San Desiderio, sul territorio di Loreto Aprutino, a 100 metri dal confine con Pianella: all’interno di un erano stati ospitati presunti profughi in un numero che ci è sembrato subito abnorme rispetto alle reali potenzialità della struttura. Come rilevato, all’epoca, dal sindaco di Pianella Marinelli in un sopralluogo effettuato con la Polizia municipale, oltre una settantina di ragazzi di diverse etnie uscivano da ogni angolo, con materassi sistemati dentro un fienile da cui uscivano persone appena sveglie, in barba a qualunque norma igienico-sanitaria.

L’Agriturismo peraltro si compone di mini-cottage sparsi per la campagna dove, al massimo, ci saranno due o tre posti letto, ma all’interno di ciascuno di essi è stata verificata anche la presenza di dieci presunti profughi affacciati e dunque ci siamo chiesti dove potessero dormire. Inoltre ci siamo chiesti dove potessero mangiare gli immigrati visto che nella struttura non siamo riusciti a trovare una sorta di salone-mensa-ristorante, e questo ci ha lasciato presupporre che i ragazzi mangiassero seduti sui letti o all’aperto. Raccogliendo anche le voci e le preoccupazioni dei residenti abbiamo aperto il ‘caso’ Loreto Aprutino – hanno proseguito il Capogruppo Sospiri e il consigliere Delle Monache -, inviando note ufficiali al sindaco, per sapere se fosse a conoscenza della presenza, sul suo territorio, di un piccolo agriturismo in cui venivano ospitati presunti profughi in un numero almeno 3 o 4 volte superiore rispetto alle capacità della struttura stessa, e poi la Prefettura e, infine, un esposto in Procura per segnalare la situazione sicuramente anomala.

Nel frattempo la Prefettura ha emanato un nuovo bando per l’accoglienza al quale sembra che la cooperativa che gestisce la Tenuta di Loreto Aprutino non abbia ricandidato la struttura quale centro di accoglienza. Tuttavia l’esito del bando è stato impugnato con alcuni ricorsi al Tar che hanno congelato la procedura almeno sino al prossimo 9 novembre, quando, appunto è attesa la sentenza del Tribunale amministrativo. I ricorsi hanno però imposto alla Prefettura di concedere una proroga ai CAS attualmente in attività, compreso quello di Loreto Aprutino, che dunque continuerebbe a operare nelle stesse condizioni riscontrate oltre un anno fa.

Ma ora nuovi dettagli sembrerebbero aggravare la situazione – hanno aggiunto il Capogruppo Sospiri e il consigliere Delle Monache -: dal racconto di alcuni cittadini, sembrerebbe infatti che ogni mattina nella Tenuta arrivino macchine e pulmini per caricare i presunti profughi, accompagnarli a lavorare e poi riportarli la sera. Tale rivelazione ci ha lasciato sconcertati sollevando una lunga serie di interrogativi, ovvero: chi, se fosse vero, ha autorizzato l’impiego professionale di presunti profughi richiedenti asilo? In quali mansioni e dove viene utilizzata tale manodopera? E i presunti profughi impiegati percepiscono uno stipendio, una indennità, un rimborso spese e in quale misura? Personalmente solleviamo più di un dubbio di legittimità sulla vicenda che, francamente, ci riporta la mente a una sorta di ‘caporalato’ di nuova generazione e, in qualità di pubblici amministratori, ci impone di chiedere chiarimenti che, ovviamente, rivolgiamo alla Prefettura in primis e, subito dopo, alla Procura”.

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