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Sospiri e Chiavaroli presentano la proposta Legge regionale Decreto Sviluppo

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PESCARA – I consiglieri regionali Pdl Lorenzo Sospiri e Federica Chiavaroli ieri nel corso di una  conferenza stampa,  con il consigliere Emiliano Di Matteo,  hanno presentato il documento stilato e sottoscritto relativo alla  proposta di Legge regionale redatta a sei mani che da martedì prossimo, 13 marzo, inizierà il suo viaggio presso la seconda Commissione della Regione Abruzzo per poi approdare in Consiglio regionale . Tale proposta da il via  libera alle ristrutturazioni sul territorio di Pescara, con demolizione e ricostruzione dell’esistente, per rilanciare il mercato dell’edilizia, senza incrementare le percentuali di consumo del territorio, ma consentendo i cambi di destinazione d’uso, misura utile soprattutto per la riconversione di quegli ex opifici ormai dismessi, inutilizzati, e abbandonati da decenni sul territorio che costituiscono elemento di degrado. Strutture che potranno essere utilizzate a fini abitativi previo parere del Consiglio comunale.

Hanno spiegato Sospiri e Chiavaroli:

la proposta  nasce innanzitutto dalla consapevolezza istituzionale di dover individuare misure utili per contrastare la crisi che oggi investe il settore dell’edilizia, una situazione di stallo in parte determinata dalla necessità di fermare il consumo indiscriminato del territorio avvenuto nel ventennio precedente, destinando a verde e servizi gli spazi liberi rimasti, ma dall’altro lato, senza dubbio, dalla crisi che più in generale ha investito il paese mettendo in difficoltà soprattutto le piccole e medie imprese. Il nostro progetto prende inizio dal Decreto Sviluppo 106 del 2011, e in una parte del Decreto sono codificate le norme che permettono di ristrutturare, anche previo abbattimento e successiva ricostruzione dell’esistente, proprio per far ripartire l’edilizia, una misura che a Pescara potrebbe riguardare i vecchi opifici industriali e artigianali delle nostre periferie, che potrebbero lasciare spazio a palazzine a uso abitativo-residenziale. Dopo l’emanazione del Decreto Sviluppo molti Comuni sono rimasti congelati non avendo l’esatta contezza dell’applicazione della misura legislativa stessa. E nel frattempo nei mesi scorsi è sempre cresciuto l’allarme, soprattutto di sindacati e associazioni di categoria: duemila posti di lavori persi a Pescara negli ultimi due anni nel settore edilizio secondo la Cisl; addirittura 10mila i posti di lavoro persi nel 2011 secondo la Cgil sull’intero Abruzzo; e poi ancora il fallimento del Piano Casa secondo l’Ance; il calo dell’occupazione dell’1,4 per cento secondo Istat e Cresa. Abbiamo iniziato a studiare la materia per capire come intervenire e, con l’ausilio dei nostri tecnici, abbiamo redatto una proposta di legge che punta a dare attuazione concreta al Decreto Sviluppo: il cardine vincente del dispositivo è la certezza su quali sono le modalità e i criteri da seguire per ristrutturare partendo dalla vecchia edilizia industriale e artigianale che ha smesso di svolgere la propria funzione, dunque riutilizzando l’esistente senza incrementare il consumo del territorio e prevedendo in tal senso una minima premialità. Tale procedura ci garantisce anche la riqualificazione del territorio con l’eliminazione delle strutture di degrado, e fornisce anche al Consiglio comunale i criteri da seguire per concedere eventuali cambi di destinazione d’uso, ad esempio convertendo l’industriale in commerciale o terziario. Non solo: come previsto nel Decreto, tutti i cambi di destinazione d’uso devono essere monetizzati, il che significa un nuovo flusso economico nelle casse dell’Ente pubblico e considerando che in soli 4 mesi di vigenza della nuova normativa dei sottotetti abbiamo introitato al Comune di Pescara ben 400mila euro, è facile immaginare che con la nuova legge potremo andare a incassare un gettito proveniente dall’edilizia, ma senza consumare il territorio. Nella fattispecie, nella norma abbiamo previsto che l’incremento volumetrico potrà raggiungere sino al 40 per cento laddove il proprietario reperisca gli standard di parcheggi necessari per l’intera costruzione, ovvero provveda a monetizzare gli standard richiesti mediante il pagamento al Comune di una somma commisurata al costo di acquisizione di altre aree equivalenti. E gli introiti derivanti da tale monetizzazione saranno vincolati all’acquisizione, da parte del Comune, di aree destinate a parcheggio, alle attrezzature e alle opere di urbanizzazione secondaria. E’ una legge senza dubbio coraggiosa che ora vogliamo proporre ai consiglieri di maggioranza e minoranza per essere migliorata, ma noi intanto ci siamo assunti l’onere di sbloccare una norma ossia una parte della riforma complessiva. E’ evidente che ogni cambio di destinazione d’uso dovrà passare all’esame del Consiglio comunale che manterrà il proprio ruolo di disciplina del territorio.

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