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Sospiri su nuove promesse del Governatore per lavoratori dell’Azienda Maiella-Morrone

da Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Lorenzo Sospiri, consigliere Sospiri su Piano regolatore portualecapogruppo Forza Italia (Regione Abruzzo)

PESCARA – “E il Governatore D’Alfonso c’è ricascato: per tentare di sopire e narcotizzare la protesta legittima dei lavoratori dell’Azienda Maiella Morrone, da nove mesi senza stipendio, usa l’unico mezzo che conosce, promettere iniezioni di liquidità che però, dimentica, rischiano di venire pignorate da Equitalia non appena verranno erogate, esattamente com’è accaduto con i 470mila euro teoricamente esistenti in cassa. La Maiella Morrone ormai ha bisogno di soluzioni strutturali, a partire dal recupero coatto delle somme mai versate dai Comuni che pure hanno usufruito dei servizi, non servono promesse che non riempiono la pancia di 65 famiglie completamente in ginocchio”. A denunciarlo è il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri in riferimento al vertice di ieri sull’azienda speciale Majella Morrone.
“L’azienda speciale Majella-Morrone avrebbe avuto bisogno di un intervento strutturale, non di ciambelle di salvataggio per finanziare operazioni di facciata, degne della peggior campagna elettorale – ha ribadito il consigliere Sospiri -. Anziché promettere somme, il Governatore D’Alfonso avrebbe dovuto mettersi a tavolino con chi ha amministrato l’azienda, capire dove il meccanismo si è inceppato, perchè 65 lavoratori hanno continuato e continuano a prestare la propria opera senza percepire per 9 mesi un solo stipendio, e capire perché sono venute meno le voci finanziarie, chi non ha pagato per le prestazioni ricevute, o, se le somme sono state erogate, come sono stati spesi quei soldi, perché non sono state corrisposte le indennità ai dipendenti. E invece no, il Presidente-veloce ha pensato bene di accantonare l’indagine amministrativo-istituzionale dovuta, e un mese fa ha promesso l’erogazione in quattro e quattr’otto dei primi 300mila euro per pagare quegli stipendi, un’operazione che, sapevamo, non poteva funzionare perché comunque quella somma non avrebbe mai consentito di coprire i debiti che l’Azienda Majella-Morrone, a sua volta, ha contratto negli anni. Ora, senza dimenticare i dubbi di legittimità che abbiamo già sollevato sull’erogazione dei 300mila euro a un’azienda in liquidazione, per un progetto le cui finalità sono rimaste fumose, distraendo fondi, già esigui, originariamente destinati al sociale su tutto il territorio regionale, i fatti odierni ci fanno tornare al punto zero: sulla testa dell’Azienda oggi pendono 3milioni di euro di debiti già esistenti con Equitalia, Inps e Inail, più i pignoramenti per 160mila euro per due ex dipendenti che hanno vinto le proprie cause contro l’Azienda, cui si è poi aggiunto un terzo pignoramento per 63mila euro del Consorzio Industriale Val Pescara. Ciò significa che il Commissario De Santis comunque non può usare i 470mila euro disponibili in cassa per pagare gli stipendi, e lo avevamo preannunciato già lo scorso marzo, dinanzi agli annunci miracolosi del Presidente di Regione. E non è finita: ieri, dinanzi alle avvisaglie di una nuova protesta, la Regione-veloce riconvoca dipendenti e amministratori, pochi per la verità, appena 8 su 16, e promette di nuovo l’erogazione di altri 200mila euro, per pagare, addirittura entro fine ottobre, ossia tra venti giorni, sei mensilità. Ora, non abbiamo capito se il Governatore D’Alfonso faccia finta di non capire il dramma cui sta assistendo, o se veramente non ha compreso quello di cui parla, ma il dubbio c’è. A questo punto vogliamo sapere con immediatezza come intendono agire il Governatore D’Alfonso e l’assessore delegato Sclocco, preparandosi con gli estintori per spegnere quell’incendio che sta per divampare con la protesta di 65 padri di famiglia che non hanno neanche un euro per comprare da mangiare. Al Presidente della Regione-veloce chiediamo quali misure intende adottare per ‘salvare’ posti di lavoro e indennità, e soprattutto se, quando e come intende glissare, evidentemente, i pignoramenti esecutivi in atto per mantenere le promesse fatte”.

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