Presentato in concorso alle Giornate degli Autori della 77ma Mostra del Cinema di Venezia, Spaccapietre vede come protagonista uno straordinario e inedito Salvatore Esposito che interpreta Giuseppe, spaccapietre che dopo un grave incidente sul lavoro è disoccupato. È rimasto solo con il figlio Antò, da quando Angela, madre e moglie adorata, è morta per un malore mentre era al lavoro nei campi. Senza più una casa, è costretto a chiedere lavoro e asilo in una tendopoli insieme ad altri braccianti stagionali.
«In Spaccapietre – spiegano i registi – arte e biografia personale si intrecciano inseparabilmente. La vicenda al centro del film prende spunto da un fatto di cronaca di qualche estate fa, la morte sul lavoro della bracciante pugliese Paola Clemente, e dall’assurda coincidenza con la morte di nostra nonna paterna, deceduta lavorando negli stessi campi nel 1958. E, come il padre di Giuseppe nel film, anche nostro nonno paterno, prima di partire per Torino negli anni ‘60, faceva lo “spaccapietre”. Il film è innanzitutto il tentativo di riappropriarci di un’anima, quella di nostra nonna mai conosciuta, attraverso la storia e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un film d’amore paterno in cui affiorano puri i temi della morte, della violenza, della paura, dell’amore, della vendetta».
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