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Pescara, progetto aree di risulta: in Commissione mancano i numeri

da Redazione

Gruppi Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Pescara Futura sottolineano la  spaccatura in maggioranza. Perplessità sollevate dai consiglieri delle liste civiche  a partire dalla sede del Dopolavoro

PESCARA – I consiglieri dei gruppi Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Pescara Futura al termine della Commissione odierna, che non è riuscita ad approvare il Piano di riqualificazione delle aree di risulta, hanno sottolineato:

“Il sindaco Alessandrini non ha più i numeri, né per gestire una delibera come quella delle aree di risulta, né per amministrare la città né tantomeno per governare la città e oggi l’abbiamo visto in Commissione . A spaccare in maniera inesorabile e netta la maggioranza è stata la questione del Dopolavoro ferroviario per il quale oggi non abbiamo alcuna garanzia possa restare nella sua storica collocazione sulle aree di risulta una volta avviata la loro riqualificazione.

Prim’ancora del voto, anche alcuni consiglieri di centrosinistra, ovvero di maggioranza, si sono dissociati e hanno chiesto che, prima di portare il Piano in aula, la parte politica chiarisse cosa intende fare, ovvero se intende mantenere o meno la sede del Dopolavoro sulle aree di risulta. Purtroppo le rassicurazioni verbali fornite in sede di Commissione non sono state assolutamente convincenti e tutti, opposizione e parte della maggioranza, abbiamo chiesto un’unica garanzia, ovvero lo stralcio della superficie del Dopolavoro dal progetto, senza che questo modifichi l’assetto complessivo del progetto preliminare che deve andare in Consiglio comunale.

Quelle garanzie non sono arrivate e allora, se il Pd , l’MdP e Sel hanno sostenuto l’iniziativa, si sono dissociate le liste civiche della sinistra che hanno preso le distanze pubblicamente dall’intervento, ed esprimendo le proprie perplessità non hanno partecipato al voto, facendo mancare i numeri visto che la maggioranza non disponeva né del numero minimo di consiglieri, 5, né del numero minimo di voti, ovvero 11. Ma il dato rilevante è sicuramente quello politico: la maggioranza del sindaco Alessandrini si è frantumata inesorabilmente dinanzi al primo vero grande tema inerente lo sviluppo della città, lasciando emergere fratture, divisioni, spaccature insanabili.

Ovviamente il centrodestra – hanno detto i consiglieri di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Pescara Futura – si è astenuto anch’esso dal voto, rendendolo infruttuoso, quindi la delibera dovrebbe tornare in Commissione nei prossimi giorni o andare in Consiglio comunale senza l’espressione della Commissione che rappresenta un atto politico grave. Il centrodestra ribadisce anche la propria completa contrarietà alla visione complessiva del progetto che non contiene una sola scelta coerente con la realizzazione del Ponte Flaiano costato milioni di euro e costruito non come semplice attraversamento del fiume, ma come asse strategico per il collegamento diretto dell’asse attrezzato con le aree di risulta, ossia con il centro della città evitando il congestionamento delle vie interne.

Tale funzione scompare a fronte di un progetto che taglia il numero dei parcheggi sulle stesse aree di risulta, appena 2mila quelli previsti. Un progetto che crea il buio nelle casse del Comune che non introiteranno più un milione 700mila euro l’anno che oggi gli derivano dalla gestione dei parcheggi a pagamento di tutto il quadrilatero centrale, e questo per i prossimi venti anni, somme che nessuno spiega come si intendono recuperare posto che siamo in una città in cui già oggi si pagano le aliquote comunali fiscali al massimo, aliquote che quindi, fortunatamente, non possono essere aumentate ulteriormente, né si avranno trasferimenti dallo Stato. È allora facilmente prevedibile che, a fronte di un incasso inferiore di 1milione 700mila euro l’anno, si determinerà l’esigenza di tagliare i servizi, dagli asili nido alle scuole a tutte le forme di assistenza sociale, come il Pis, e questa eventualità è semplicemente delittuosa, criminale in una città che piuttosto ha bisogno di incrementare tali servizi.

Alla fine resta poi la questione di fondo e di sostanza ossia – ha aggiunto il centro-destra – il sindaco Alessandrini sta riproducendo lo stesso progetto del 2006-2007 portato vanamente avanti dall’ex sindaco D’Alfonso con il gruppo Toto e che è stato fermato dalla protesta popolare prima e dal Tar poi. L’unica differenza è che oggi su quello stesso progetto il sindaco Alessandrini intende riversarci anche un maxi-investimento pubblico di 12milioni di euro, fondi Masterplan, per poi cedere comunque per vent’anni il centro cittadino ai privati. Tutto questo è impensabile, com’è inaccettabile la previsione di un bosco urbano nel pieno centro cittadino. Oggi non possiamo non dare una lettura politica dell’astensione del voto delle liste civiche di sinistra: evidentemente anche le polemiche sollevate nei giorni scorsi dagli operatori commerciali del centro avranno sortito i propri effetti”

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