HOLSTEBRO – Una occasione straordinaria per il Teatro Stabile d’Abruzzo e il Teatro del Sangro arriva con il debutto dello spettacolo “Regina Madre” a Holstebro, nella sede dell’Odin Teatret, venerdì 2 febbraio 2024.
L’evento corona la settimana di lavoro in laboratorio intensivo, guidato da Valerio Peroni e Alice Occhiali, che gli allievi del Teatro Studio di Lanciano e Vasto stanno vivendo nel tempio del teatro contemporaneo nell’ambito di un progetto pedagogico di Rossella Gesini.
“Regina Madre” è una commedia a due personaggi ambientata ai nostri giorni scritta da Mario Santanelli, un testo contemporaneo che è già un classico: “Il teatro deve seguire la realtà ed essere capace di trasfigurarla. – Ha scritto l’autore.- Nel teatro del futuro una linea guida molto importante sarà la capacità di intravedere nella realtà che si vuole raccontare l’archetipo. L’archetipo è millenario, può cambiare nelle sue forme. L’archetipo nella sua profondità non finirà mai di raccontare la storia dell’umanità.”
Il racconto prende le mosse da un classico ‘ritorno a casa’. Alfredo, grigio cinquantenne segnato dal duplice fallimento di un matrimonio naufragato, che ancora lo coinvolge, e di un’attività giornalistica nella quale non è riuscito ad emergere, un giorno si presenta a casa della madre dichiarandosi deciso a rimanervi per poterla assistere nella malattia. In realtà egli nutre il segreto intento di realizzare uno scoop da cronista senza scrupoli: raccontare gli ultimi mesi e la morte della vecchia signora. Ma la vecchia signora, di nome Regina, seppure affetta da ogni specie di infermità, appartiene alla categoria delle matriarche indistruttibili. Tra i due personaggi in scena si instaura così un teso duello, condotto mediante uno scambio ininterrotto di ricatti e ritorsioni, di menzogne e affabulazioni. Fa da cornice alla vicenda un interno dall’aria domestica e rassicurante, che però, nell’offrire un perimetro ben preciso ai fantasmi mentali dei protagonisti, finisce per assumere i toni e le suggestioni di un realismo allucinato. In questo microcosmo dai confini continuamente invocati e negati, madre e figlio si inseguono, si cercano e si respingono saccheggiando presente, passato e futuro, in una incalzante altalena di emozioni che hanno nel grottesco la tonalità dominante. A soccombere, alla fine, sarà il figlio. Ma, come sempre accade nelle coppie legate per la vita e per la morte, anche qui non sarà possibile, e neanche legittimo, distinguere il vincitore dal vinto.
Con questo straordinario testo si misurano Stefano Angelucci Marino, che ne cura anche la regia, e Rossella Gesini lavorando con due maschere antropomorfe, realizzate da Teatro BRAT, che permettono la trasfigurazione. Figure archetipe sulle quali questa coppia di vita e d’arte lavora con le maschere, tradizionali e contemporanee, da oltre venti anni.
Assisteranno alla rappresentazione i numerosi artisti internazionali, attori, registi e musicisti, che in questo periodo sono in residenza a Holstebro per focalizzare il tema del personaggio e della maschera, una condivisione artistica di grande prestigio per l’attività che lo Stabile abruzzese sostiene con la rete “Sistema Cultura Abruzzo”.
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