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Spoltore, a Borgo Case Troiano è andata in scena la ‘Tavola dei Morti’

da Redazione

L’evento, organizzato dall’Associazione Fontevecchia, si è tenuto nella sera tra il primo e il 2 novembre alla presenza di oltre 200 persone

SPOLTORE (PE) – La processione dei ‘Frati morti’, la comparsa de ‘Lu’ Mazzamurille’, l’altare delle ‘anime pezzentelle’, ovvero del Purgatorio, e poi la scoperta dei riti delle tavole imbandite di tutto punto, come per il pranzo domenicale contadino, per accogliere il ritorno in casa, per una sola notte, dei propri cari scomparsi. Sono stati questi gli ingredienti dell’evento ‘La Tavola dei Morti’ che è tornato a vivere a Borgo Case Troiano nella sera tra il primo e il 2 novembre, e che ha registrato la presenza di oltre 200 persone, tra cui il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito.

Ad accompagnare i presenti, giunti anche da San Benedetto del Tronto, Vasto, Chieti e dalle aree interne del pescarese, lungo il percorso, illuminato esclusivamente dalla luce delle candele e dei lumini, sono stati i membri dell’Associazione ‘Fontevecchia’, organizzatrice dell’evento, che hanno caratterizzato i vari step della serata in un viaggio indietro nel tempo e nella tradizione.

“Il nostro obiettivo – hanno spiegato gli esponenti dell’Associazione ‘Fontevecchia’ – è quello di ricordare che la nostra tradizione non è certamente Halloween, un fenomeno di costume importato dalla tradizione anglosassone, ma la nostra cultura, le nostre radici sono piuttosto legate a doppio filo alla celebrazione della festa di Ognissanti e, il giorno seguente, alla commemorazione dei propri cari defunti, due momenti di grande spiritualità che vanno onorati anche rispettando quegli usi e costumi di cui spesso ci hanno parlato i nostri nonni”.

Il percorso è partito dall’area antistante la Motorizzazione civile, “dove storicamente – ha ricordato il Presidente dell’Associazione Luciano Troiano – si narra che ci fosse un pozzo, oggi riempito, dove si abbeveravano i cavalli dell’Esercito spagnolo, e nel mese di novembre, dedicato ai defunti, era vietato attingere l’acqua del pozzo proprio per timore di incontrare l’anima dei cavalieri deceduti”.

Lungo il viale delle querce, la lunga processione delle candele ha incontrato la processione dei Frati Morti che, in qualche modo, si pensava traghettassero le anime dei propri cari nell’ultimo passaggio, processione conclusa nell’orto sovrastante il borgo dove è apparsa la figura de ‘Lu’ Mazzamurille’, spiritello dispettoso che infastidiva e ingannava i vivi, tipico della tradizione meridionale.

Quindi la visita all’altare delle anime pezzentelle, ovvero del Purgatorio, e, infine, la visita alle abitazioni per la scoperta delle tavole lasciate apparecchiate con salumi, maccheroni al sugo, pollo e patate al forno, pane, acqua e vino rosso, nella notte tra il primo e il 2 novembre per accogliere in modo festoso il passaggio notturno e spirituale delle anime dei defunti, e la tradizione vuole che il cibo lasciato sulle tavole, il 2 novembre, non venisse consumato dalle famiglie, ma fosse dato ai poveri.

Il lungo percorso si è concluso nella chiesa della Santissima Trinità, situata nel Borgo, per conoscere la figura del Pulcinella abruzzese, altra figura di trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti, consumando, anche in questo caso, il rituale secondo cui ‘il primo che nella notte del primo novembre entra in chiesa ha la possibilità di liberare un’anima del Purgatorio’.

Infine l’assaggio del cibo rituale, un cibo povero come vuole la tradizione contadina per una serata di penitenza e preghiera, costituito da zucca e patate, ceci abbruscati, fave e alloro e dal grano dei morti, ovvero grano saraceno con melograno e mosto cotto, cibo illustrato dallo chef Maurizio Tricca, docente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’.

“Quest’anno – hanno detto i membri dell’Associazione – l’interesse del pubblico nei confronti dell’iniziativa è stato eccezionale, segno di una rinnovata passione nei confronti di quei riti che fanno parte della nostra storia, e della voglia di trasmetterli ai più giovani, come ha testimoniato la presenza di tantissimi bambini”.

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