“Sono così abituata a sentirmi chiamare Giovanna che ormai mi suona meglio” ha risposto al sindaco quando le ha domandato se preferisse il suo vero nome o la versione italianizzata. Giovanna ha raccontato brevemente anche la sua esperienza in Italia, confrontandola con quella del suo paese, dove governa l’unica dittatura dichiarata del mondo: “qui siamo così abituati alla dolce vita che non possiamo immaginare cosa significa essere arrestati per aver messo un like su Facebook”.
Dopo aver sperimentato da ragazzina anche la vita nell’Unione Sovietica, non ha avuto dubbi: “siamo andati via per cercare migliori condizioni economiche, ma la libertà è la cosa più importante”. Assieme al certificato che attesta la cittadinanza italiana, il sindaco Trulli le ha consegnato anche una copia della nostra Costituzione. Ma ormai la sua famiglia è già culturalmente italiana: “se parlo con mio figlio della vita in Bielorussia non mi segue, non pensa a quel passato. Per lei sono vecchia, dice che ho conosciuto i dinosauri!”.
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