Sulle prime si era pensato a un atto di vandalismo di qualche sconsiderato che si era “divertito” con un petardo, ma le indagini successive hanno permesso di accertare che il gesto altro non era che un’intimidazione rivolta a un pensionato residente nella zona che, da qualche mese, aveva ricevuto diverse minacce sia mediante sms che tramite lettere anonime. In particolare, la vittima dell’attentato era stata contattata piu’ volte dal pregiudicato di Tollo che gli aveva chiesto 35.000 euro a fronte di un presunto debito per prestazioni lavorative pregresse.
A fronte del rifiuto della consegna della somma di denaro, sono iniziati gli atti intimidatori. Le prolungate e complesse indagini hanno permesso ai militari di ricostruire tutta la vicenda, individuando l’estorsore e inchiodandolo alle sue responsabilita’ con una mirata perquisizione domiciliare nel corso della quale sono stati rinvenuti il normografo usato per le lettere minatorie, un piccolo ordigno esplosivo identico a quello utilizzato per l’attentato e un libro dal quale l’uomo aveva copiato le frasi riportate nelle missive.
Dimostrato inconfutabilmente il suo pieno coinvolgimento nella vicenda, i carabinieri hanno richiesto un provvedimento al Tribunale di Pescara, che ha emesso l’ordinanza restrittiva di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Sono tutt’ora in corso indagini volte a chiarire se l’estorsore abbia agito da solo o con la complicita’ di altre persone.
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