TORINO – Negli ultimi anni è aumentata la sensibilità verso gli sprechi alimentari. Un problema moderno che non a caso gli abitanti dell’Abruzzo cercano di risolvere anche con le nuove tecnologie: uno su tre (34%) infatti si dice interessato ad app che permettono, ad esempio, di comprare a prezzi inferiori prodotti agroalimentari invenduti, o imperfetti o prossimi alla scadenza, e un ulteriore 22% ha già avuto esperienza di questi strumenti.
Lo evidenzia l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura e alle abitudini d’acquisto. Un dato importante, che sottolinea una sensibilità verso cui anche la pandemia di Covid-19 può aver contribuito.
Oltre alle app, gli abruzzesi cercano di limitare gli sprechi anche con metodi più tradizionali: il 62% dichiara di controllare sempre le scadenze dei prodotti agroalimentari, il 60% investe tempo per fare dettagliate liste della spesa così da comprare solo il necessario e uno su cinque (20%) fa più volte la spesa in settimana per evitare di accumulare troppi prodotti in casa.
Anche per quanto riguarda la conservazione degli alimenti, gli abruzzesi usano strategie semplici ma efficaci, come conservare e, quando possibile, congelare il cibo che non si consuma subito (40%).
Una coscienza, questa, che abbraccia anche i prodotti “meno belli” a vedersi: ben il 36% non trova problemi nell’acquistare di norma prodotti dell’agricoltura con piccole imperfezioni, come frutta e verdura con ammaccature o dimensioni diverse da quelle tradizionali. Anzi: secondo uno su quattro (24%), i consumatori sono oggi troppo esigenti nel volere solo prodotti perfetti.
Ma l’attenzione alla sostenibilità è una “richiesta” che i consumatori fanno alle stesse aziende, tanto che il 76% tende a premiare nei suoi acquisti quelle che si mostrano più sensibili.
Perché oggi le imprese, confermano gli abitanti dell’Abruzzo, hanno una grande responsabilità verso l’ecosistema ambientale e sociale. Ma in che modo possono fare la propria parte? Per Il 46% i produttori potrebbero ottimizzare l’uso di risorse energetiche e idriche, mentre il 44% vede nelle campagne di sensibilizzazione rivolte al grande pubblico l’attività più importante. Un ulteriore 32% sostiene che le aziende potrebbero trovare canali di vendita dedicati per i prodotti imperfetti per ridurre gli sprechi, mentre il 22% pensa a iniziative che coinvolgano produttori e associazioni a sostegno dei meno abbienti, coniugando così la lotta allo spreco all’aiuto dei più deboli.
“Gli italiani tradizionalmente hanno una grande cultura del cibo che, come mostrano i risultati del nostro Osservatorio, si combina con la crescente sensibilità verso la sostenibilità ambientale e sociale. Un binomio, quello tra qualità e sostenibilità, che rappresenta il presente e il futuro di un settore fondamentale per il nostro Paese come quello dell’agricoltura” – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo. “Noi di Reale Mutua insieme ai nostri Agenti siamo da sempre vicini al comparto con le nostre soluzioni assicurative e affianchiamo le aziende anche nel gestire i nuovi rischi e le nuove sfide all’orizzonte. Lo sviluppo sostenibile è sicuramente una di queste e in quest’ottica rientra AGRIcoltura100, il progetto che conduciamo insieme a Confagricoltura per promuovere la cultura ESG, premiare le imprese agricole più innovative e sostenibili e valorizzare il ruolo dell’agricoltura nel rilancio del Paese dalla pandemia”.
*Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, genere ed area geografica.
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