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Stabilimenti balneari,Sospiri replica a Del Vecchio su atto di indirizzo

da Redazione

PESCARA – Il  capogruppo del Pdl Lorenzo Sospiri  ha replicato ieri alla conferenza stampa  del consigliere Pd Enzo Del Vecchio ed ha commentato la sua proposta  di deliberazione per sottrarre  gli stabilimenti balneari di Pescara dalla direttiva Bolkestein, che mira a mettere all’asta tutte le attività entro qualche anno. Secondo Sospiri un semplice atto di indirizzo, seppur approvato dal Consiglio comunale, purtroppo, non può salvare gli stabilimenti balneari di Pescara da tale  direttiva.Infatti per   decidere e rendere effettiva la sdemanializzazione o ‘sclassificazione’ dei beni dello Stato occorre una legge dello Stato, e una proposta di legge in tal senso, elaborata con l’ausilio delle stesse Associazioni di categoria, è stata già presentata ai Senatori Gasparri e Quagliarello che la sottoporranno agli Organi nazionali. Un atto di indirizzo di un’amministrazione comunale può semplicemente esprimere una volontà, un’ipotesi, ma certamente non ha alcuna efficacia nei confronti dei beni dello Stato.

Ha detto ancora Sospiri:

abbiamo letto con attenzione l’atto di indirizzo contenuto nella proposta di deliberazione del consigliere Del Vecchio, un documento che non può non suscitare sorpresa considerando che il partito e la coalizione alla quale Del Vecchio appartiene, il Pd e il centro-sinistra, sono i ‘padri’ di quel Piano spiaggia comunale che ha di fatto penalizzato a Pescara i nostri imprenditori del mare, impedendo investimenti, anche semplici ristrutturazioni o ammodernamenti, introducendo norme spesso anche contraddittorie rispetto al Piano demaniale regionale, uno strumento che stiamo provvedendo a rivedere, anche se con i tempi lunghi che inevitabilmente un documento urbanistico richiede per garantire rispetto delle normative, specie quelle ambientali, e massima trasparenza. Oggi il consigliere Del Vecchio propone, in quello che è solo un atto di indirizzo, ovvero un’espressione di volontà e null’altro, di scorporare la fascia demaniale degli stabilimenti balneari dall’arenile vero e proprio, esprimendo una forma di consenso verso la sdemanializzazione della fascia degli stabilimenti, trasferendo ai Comuni la loro proprietà e competenza. L’obiettivo, in linea teorica, sarebbe quello di sottrarre almeno le strutture murarie, i fabbricati, i cottage, dall’asta alla quale la Direttiva Bolkestein sembrerebbe voler condannare le nostre attività balneari, e, mentre possiamo condividere tale volontà, verrebbe da chiedersi come voterà tale delibera la coalizione di centro-sinistra del consigliere Del Vecchio, la stessa che ha votato un Piano spiaggia capestro. Ma, al di là delle considerazioni politiche, il vero problema è che quell’atto di indirizzo non potrà mai fermare la Direttiva Bolkestein, ovvero solo lo Stato, e non il Comune, può decidere la sdemanializzazione o meno delle sue proprietà. Proprio per tale ragione  il Pdl ha già saltato tutti i passaggi preliminari e, sposando già da due anni e mezzo la battaglia anti-Bolkestein, si sta muovendo a livello nazionale: da Pescara, con la collaborazione degli uffici legali delle Associazioni di categoria, abbiamo preparato e inoltrato una proposta di legge, ora nelle mani dei Senatori Gasparri e Quagliarello, per legiferare la sdemanializzazione e salvare le centinaia di attività balneari che da sempre costituiscono un patrimonio indispensabile per la nostra economia turistica. Per sostenere i nostri imprenditori del mare occorre una legge nazionale, e non una delibera di indirizzo comunale che infatti, leggendo il dispositivo, propone solo di ‘chiedere’ ai vari Enti e Ministeri l’emanazione di decreti di sclassificazione e di trasferimenti di proprietà, passaggi burocratici ed esercizi di dialettica che oggi non possiamo più attendere, avendo l’urgenza di approvare atti concreti e immediatamente attuabili.

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