L’AQUILA – “La giornata formativa odierna, che contiamo di ripetere ciclicamente con altre scuole provenienti da tutta Italia, che ne hanno già fatto richiesta, coinvolgendo anche gli studenti aquilani, è incentrata sull’approfondimento e la conoscenza di un modello di ricostruzione consapevole, sicura e innovativa, nel sesto centro storico più importante, quello dell’Aquila. Ricostruzione di cui la nostra città rappresenta un modello assoluto”. Così il segretario dell’Ordine degli architetti della provincia dell’Aquila, Giuseppe Cimmino, a margine della visita guidata che ha portato gli studenti del liceo scientifico “Leonardo Da Vinci” di Trento tra i cantieri del centro storico aquilano.
Dopo una prima accoglienza nella modernissima sede degli architetti, a Pile, ha avuto inizio il percorso formativo alla scoperta di palazzi restaurati e in via di rifacimento.
Il tour didattico è partito da palazzo Pascali, con il giardino archeologico, dove i ragazzi sono stati accolti dal presidente dell’Ordine, Edoardo Compagnone, dal vice presidente, Antonio Del Boccio, dal componente del consiglio, Claudia Compagno, dal vice sindaco dell’Aquila, Guido Liris, e dal funzionario della Sovrintendenza ai Beni artistici e architettonici, Gianfranco D’Alò.
Seconda tappa, il convento di San Basilio, poi un breve passaggio all’auditorium Renzo Piano e ai cortili di palazzo Ludovici – Bonanni e palazzo Cappa, prima di arrivare in piazza Duomo, dove è stato illustrato agli studenti l’innovativo sistema del tunnel intelligente. Infine, il teatro San Filippo, con il sistema di palcoscenico a scomparsa.
“L’Aquila ha una concentrazione importante di monumenti e palazzi storici”, ha spiegato Cimmino, “in questo percorso vedremo un esempio di ricostruzione consapevole, con palazzi ancora da recuperare ed esempi di edifici restituiti alla vita: un modo per riflettere e vedere come da una tragedia si può cogliere l’occasione per migliorare sotto il profilo della sicurezza e della qualità architettonica”.
“Una bella iniziativa”, l’ha definita il vice sindaco Liris, auspicando “un coinvolgimento anche delle scuole locali. Noi stiamo combattendo una battaglia contro il tempo, per riacquisire prima possibile i simboli della nostra città: la sfida è fare in modo che questa ricostruzione performante ed esteticamente degna di nota, consenta alla popolazione del posto di rimanere a fruire di queste bellezze, soprattutto i ragazzi. Quello di oggi è un percorso particolare che vi consentirà di andare a vedere quello che stiamo costruendo e ricostruendo nella nostra città”.
D’Alò ha sottolineato come “palazzo Pascali rappresenti un esempio di collaborazione pubblico -privata che ha riportato alla luce reperti archeologici importanti. Gli scavi ci hanno restituito la traccia del giardino cinquecentesco, che è stato allestito e reso fruibile al pubblico grazie alla disponibilità del Comune, dei progettisti e dei proprietari. Una sinergia che è stato il primo caso di collaborazione fattiva per riportare alla luce pezzi di storia della città”.
La delegazione di studenti di Trento ha omaggiato l’Ordine degli architetti con tre volumi, dono del presidente della provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, sul recupero dei villaggi montani abbandonati.
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