Gli impianti sono pronti, la neve c’è, l’aziende sono pronte ma potrebbe essere vanificato tutto dalle limitazioni nel fine settimana
L’AQUILA – Riceviamo una nota pervenuta e firmata da Cristiano Vignali, Presidente dell’Associazione Abruzzo Tourism.
“L’incertezza regna sovrana nella riapertura delle stazioni sciistiche, degli impianti di risalita abruzzesi e di tutto l’indotto economico che gira intorno come bar, ristoranti, strutture ricettive, guide, maestri da sci, lavoratori stagionali e tanto altro che rischiano di essere praticamente chiusi nel weekend se non saranno fissate delle regole precise che permettono l’afflusso turistico in sicurezza anche nel fine settimana, i giorni in cui si lavora di più.
Nonostante la presenza della neve per sciare sin da novembre scorso, causa Covid19 gli impianti sono stati praticamente chiusi fino ad ora, anche se sembra potranno riaprire dal 18 gennaio, ma se il Governo continuerà a mettere maggiori limitazioni negli spostamenti nei fine settimana che sono i giorni in cui c’ė maggiore afflusso, si rischia di vanificare ogni sforzo economico ed investimento fatto per la stagione sciistica, perché la riapertura di una attività del genere non si può di certo improvvisare in 24 ore.
Dunque, gli impianti sono pronti, la neve c’è, le aziende sono in grado di organizzarsi per riaprire in sicurezza, ma potrebbe essere vanificato tutto dalle limitazioni nel fine settimana che potrebbero essere superate con delle regole precise, come ad esempio permettere l’afflusso anche da fuori regione con pernottazione anticipata dei turisti in strutture, permettere liberamente l’afflusso degli amanti della montagna abruzzese, regolamentando magari l’accesso alle strutture per un ragionevole numero di persone alla volta.
Molto importante, dunque, non penalizzare la riapertura soprattutto nel weekend delle stazioni sciistiche per non mandare in fumo completamente una stagione che già è stata ampiamente penalizzata dalle limitazioni del Dpcm valido per Natale, Capodanno e per la Befana.
Il “comparto montagna” vuole fatti concreti e non promesse per non mandare definitivamente in crisi un settore che è motivatissimo a ripartire dopo un inverno con scarsa presenza di neve come quello dell’anno scorso”.