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Storie dell’emigrazione abruzzese, il ricordo di Gianbattista Bucci

da Redazione

berbaumuseum di oelsnitz

Morì, nel 1902, nelle miniere della Lugau-Oelsnitz. Era emigrato verso la Germania, da Pescosansonesco, all’inizio del ‘900

PESCOSANSONESCO – Gianbattista Bucci nacque a Pescosansonesco in via della Ripuccia, il 2 dicembre del 1878, da Agostino (ventiduenne “contadino” figlio di Emidio e Sabina Buccilli) e Maria Domenica Palmerini (ventitreenne “contadina” figlia di Nicola e Caterina Radocchia). I genitori di Gianbattista si erano sposati l’11 dicembre del 1877. Le condizioni di vita a Pescosansonesco non erano, per la famiglia Bucci, delle migliori.

Così Giambattista decise all’inizio del secolo di emigrare. Non lo fece per l’America, come quasi tutti i suoi amici, ma per la Germania con destinazione le miniere della Oelsnitz (il “montanaro” Zwickau Karl Gottlob Wolf trovò un giacimento di carbone minerario a nove metri di profondità a Neuoelsnitz, il 7 gennaio 1844, e fu il primo a estrarre il carbone da quello che poi divenne l’importante bacino minerario della regione di Lugau-Oelsnitz.

Da quel momento in poi, i “diamanti neri” (così vennero definiti) favorirono la nascita di pozzi e compagnie minerarie. Nel 1900 circa una trentina di miniere erano esistenti in quel territorio). Il 15 luglio del 1902 la tragedia. Giambattista Bucci venne travolto e schiacciato da una parete staccatasi dalla miniere. Trasportato in un Ospedale vi morì subito dopo. Sulla sua bara, portata a spalle dai minatori, c’era la bandiera italiana. Oggi a Lugau-Oelsnitz dove morì Gianbattista (con lui, negli anni, tanti altri minatori) sorge in Sassonia il “Berbaumuseum di Oelsnitz” (Museo Minerario) meta, ogni anno, di migliaia di visitatori.

A cura Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

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