“Vangie” è nato a Lettomanoppello nel 1938. In occasione dei suoi 80 anni ha ricevuto come riconoscimento le chiavi della città di Portland
LETTOMANOPPELLO – “Vangie” (o “Vange”) Evangelista Donatelli è nato a Lettomanoppello, in provincia di Pescara, il 20 marzo del 1938 da Donato Faustino e Santa Cremonese. “Vangie” sposò Liliana dalla quale ebbe quattro figli (due femmine e due maschi).
Nel 1965 decise di emigrare per l’America dove giunse con la moglie e il piccolo Faustino. Negli Stati Uniti decise, da subito, di stabilirsi a Portland nel Maine. Qui volle mettere a frutto il mestiere appreso, sin da piccolo, nella sua Lettomanoppello: quello di sarto. All’inizio lavorò per “Gordon’s Men’s Shop”. Successivamente decise di mettersi in proprio. Aprì la sua sartoria sulla strada “Munjoy Hill”.
Una vita di sacrifici con un unico irrinunciabile impegno: migliorare la condizioni di vita dei propri figli. A Portland è oramai quasi una leggenda e sono in molti ad affermare: “se hai bisogno di un vero sarto devi andare da Donatelli”. Custodisce, gelosamente, una vecchia macchina da cucire e ama, quando può, lavorare soprattutto prodotti di lana. Tra i suoi clienti più famosi si possono annoverare il senatore e segretario di Stato Edmund Muskie, il grande avvocato e senatore George Mitchell e addirittura Barbara Bush moglie e madre di presidenti degli Stati Uniti.
Serve la Polizia di Portland. Il figlio Faustino continua la tradizione sartoriale. Mentre gli altri due figli, Anna e Santo Peter, gestiscono, accanto alla sua sartoria, un avviata lavanderia la “Liliana’s Laundry & Dry Cleaning” (porta il nome della moglie di “Vangie”). In occasione del suo ottantesimo compleanno gli è giunto un ambito e meritato riconoscimento: le chiavi della città di Portland. A consegnargliele, Michael Sauschuck, il capo della polizia di Portland. Negli anni i giornali hanno, più volte, dato spazio alla storia del sarto lettese. Tra questi il “Munjoy Hill Observer” e più di recente il “New Center Maine” con articolo e servizio televisivo.
A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”