MARTINSICURO – Gli appassionati del Conte di Cagliostro si sono dati appuntamento nel Museo delle Armi di Martinsicuro per una serata sulle tracce del misterioso personaggio. Si inizia alle 21.00 di domenica 4 agosto. Ideatore e curatore dell’evento lo storico e collezionista Loris Di Giovanni, membro del comitato scientifico del museo.
Nel volgere di una mezz’ora Di Giovanni – con l’ausilio delle voce narranti di Loredana Masi, Valerio Ivo Montanaro, Pierluigi Evangelista, Amedeo Ruggiero, Alfonso Colliva e Pietro D’Amico – traccerà una breve storia di Cagliostro evidenziando come il segreto del suo successo nel XVIII secolo risiede nel mistero entro cui si aggira la sua fama, quel certo fascino misterioso che emana dalle sue straordinarie avventure, dalle incredibili guarigioni procurate, dalle portentose predizioni fatte.
Avventuriero, truffatore, impostore o negromante…o esoterista, medico e massone? Comunque lo si voglia considerare e per quanto la verità della sua vita sia in gran parte sconosciuta, Cagliostro è stato sicuramente un libero pensatore in un’epoca che vedeva per la prima volta la libertà di pensiero come una conquista di civiltà.
La professoressa Sara Torquati assieme al curatore e collezionista ed alle autorità presenti taglierà subito dopo il nastro di una esposizione tanto rara quanto veloce: solo poche ore per i fortunati visitatori.
Antichi volumi a stampa, incisioni, giornali dell’epoca, oggetti, tutti rigorosamente a cavallo tra XVIII e XIX secolo, potranno essere ammirati nelle teche del museo a fianco alla mostra permanente.
Una esposizione, quella del Museo delle armi Antiche, che si articola in due ambienti e nel cortile esterno alla villa: nello spazio del cortile si trovano carrozze ed automezzi d’epoca.
Spicca tra tutte una carrozza donata dal de Felici di Pianella ( l’ultimo barone di Rosciano al quale dedicò un libro intervista il De Nino) che utilizzò Giuseppe Garibaldi per trasferirsi a Castelfidardo nelle Marche.
Nella prima sala sono conservate armi da caccia e pistole risalenti al XVII secolo, di diverse varietà, a pietra focaia, a tamburo, finanche da borsetta per signore. Una collezione di sciabole la cui datazione varia dal XIII al XIX secolo. L’allestimento espositivo mostra anche una raccolta di armi segrete ovvero di accessori che nascondono meccanismi che possono essere usati come mezzi di offesa. Tra le rarità una colubrina del quattrocento con mascoli e bollo pontificio
Nella seconda sala vi sono accessori, cimeli, medaglie, decorazioni, divise militari, testi che trattano di criminologia militare e un casco di volo appartenuto a Gabriele d’Annunzio. Accanto a questi cimeli sarà esposto il più antico volume a stampa su Cagliostro, scritto da un illuminato di Baviera, una rarissima copia de “A Masonic anecdote” , opera dell’incisore James Gillray pubblicato nel 1786, cui fa il paio il più antico manifesto di una rappresentazione teatrale sul famoso palermitano.
Una collezione che nasce, come scriveva italo Calvino “dal bisogno di trasformare lo scorrere della propria esistenza in una serie di oggetti salvati dalla dispersione”, come egualmente è nata quella costruita tra tanti sacrifici da Nino Torquati, il papà di Sara, fine collezionista.
Nino Torquati ha trascorso l’intera sua esistenza a “salvare” piccoli e grandi tesori, a dar loro uno spazio e un tempo, affinché le nuove generazioni, cui tanto teneva, ne potessero godere appieno. Concluderà la serata il tanto atteso concerto per arpa della professoressa Sofia Marzetti.