SULMONA (AQ) – Riceviamo e pubblichiamo la nota del Comitato peligno “Sulmona Città Aperta”:
“Dopo l’abbandono della Biblioteca comunale, che aspetta dal 2009 di essere recuperata, una nuova calamità si è abbattuta sulla città in piena celebrazione del Bimillenario ovidiano: la sospensione del servizio pubblico dell’Agenzia regionale di Promozione Culturale.
Di fronte a una strategia di desertificazione culturale della Valle Peligna, puntiamo il dito sulle responsabilità politiche di tutta la filiera istituzionale, dal Comune alla Provincia alla Regione.
L’attenzione alla Valle Peligna e alle aree interne, tanto sbandierata nella campagna elettorale senza fine che viviamo, si rivela essere fumo negli occhi nel momento in cui il diritto generale di accedere liberamente alla cultura nelle sue varie forme è calpestato in una serie infinita di privazioni, chiusure, depotenziamenti.
Il rischio sismico, inoltre, sembra diventato la scusa che scioglie le istituzioni pubbliche dall’obbligo di garantire certi diritti, rendendole libere finalmente di perseguire altri interessi, lontani dalle vite delle persone.
Un rischio sismico che si palesa improvviso in alcuni casi, mentre resta inesplorato in altri, e del quale non si comprende se ci sia una qualche strategia organica, non estemporanea, di mitigazione.
Per manifestare il profondo sconcerto rispetto al disimpegno dei nostri rappresentanti istituzionali e il bisogno di riaprire spazi di vita nella nostra città, abbiamo organizzato nella giornata di ieri un’azione di lettura pubblica: seduti numerosi sulla scalinata dell’Annunziata abbiamo condiviso e letto ad alta voce brani dei libri che più hanno segnato la nostra coscienza personale.
Leggere libri insieme ad alta voce non può sopperire, tuttavia, alla mancanza di spazi e istituzioni preposti allo studio, alla lettura e alla condivisione del sapere. Leggere in piazza quegli autori che hanno contribuito alla nostra formazione umana grida il dolore di biblioteche chiuse e inaccessibili, di un cinema che non c’è più, di un teatro che non fa produzione teatrale, di un parco fluviale a mezzo servizio e di tanti altri luoghi sottratti alla città e ai suoi abitanti.
Chiamiamo la società peligna a sperimentare forme autorganizzate di sopravvivenza culturale. Invitiamo soggetti pubblici e privati a mettere a disposizione luoghi per aprire sale studio e lettura diffuse sul territorio peligno. Proponiamo alle scuole di aprire aule alla cittadinanza a seconda delle disponibilità degli istituti. Chiediamo al Comune di Sulmona e a tutti i Comuni peligni di proporre luoghi comunali adatti alle attività di studio, lettura e culturali in senso ampio.
Crediamo fortemente che la moltiplicazione degli spazi culturali si tradurrà in una moltiplicazione della qualità del nostro stare insieme, nella pratica di una cittadinanza libera e pensante.
Consapevoli, allo stesso tempo, che la buona volontà dei cittadini non può sostituire i servizi che le istituzioni repubblicane sono costituzionalmente tenute a garantire, chiediamo che la biblioteca comunale e l’Agenzia di promozione culturale, a pieno regime, siano ristabilite a Sulmona. Non accetteremo soluzioni al ribasso. Aprire mezza aula studio in uno scantinato di qualche ufficio pubblico non è restituire alla città i servizi culturali di cui è stata privata.
Convochiamo, infine, per il 13 giugno (orario e luogo da definire) un’assemblea aperta a tutti i cittadini e le associazioni interessati, nella quale:
concertare azioni comuni di pressione e vigilanza affinché venga ripristinato il pieno funzionamento dell’APC e della Biblioteca comunale;
ragionare di proposte concrete da mettere in campo insieme, per la restituzione alla città dei luoghi e servizi sottratti;
coordinarci nella messa a disposizione (e in rete) di spazi alternativi nell’immediato.
Sulmona è una città aperta! La Valle Peligna è una valle aperta!”