Enogastronomia

Sulmona, storia e tradizione dei confetti che piacciono ai Reali

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Confetti Sulmona – Ph Marina Denegri

Citati da poeti e scrittori, scelti dai Principi per celebrare il loro Royal Wedding, i confetti di Sulmona sono amati in tutto il mondo

SULMONA – Quando si parla di Sulmona il pensiero va subito ai confetti. Gustosi, sfiziosi, iconici, artistici, bianchi, colorati, beneauguranti.

Incanto di poeti e scrittori. Boccaccio li cita nel “Decamerone”, Manzoni nei “Promessi Sposi”, Verga in “Eros”, D’Annunzio nella composizione “In memoriam” dedicata all’amata nonna Anna. Si narra che Goethe avesse regalati confetti alla sua futura moglie e che Leopardi avesse chiesto di mangiarne uno in punto di morte.

I confetti di Sulmona sono amati e conosciuti in tutto il mondo. Apprezzati al punto da essere stati scelti per celebrare il loro Royal Wedding da Harry e Meghan, secondo una tradizione iniziata da Carlo e Diana e proseguita da William e Kate, e da altri reali come quelli del Qatar, Aisha e Fahat.

Il confetto vanta una storia che si perde nel tempo. La leggenda ne collega l’invenzione ad Al Razi, un medico di origine araba, vissuto nella seconda metà dell’800 d.C, che aveva escogitato lo stratagemma di utilizzare il guscio dolce per ricoprire preparati officinali altrimenti troppo amari. Le prime testimonianze legate all’esistenza di queste squisite prelibatezze risalgono, però, all’Antica Roma quando, durante i banchetti di festa, gli ospiti portavano in dono mandorle ricoperte da un composto dolce fatto di miele e farina come messaggio di buona sorte e prosperità per il festeggiato. D’altronde, il termine confetto deriva, da “confectum”, participio passato del verbo latino “conficere”, che significa preparato, confezionato.

Le tradizionali praline, come le conosciamo oggi, però, nacquero soltanto nel Medioevo, con le prime importazioni dalle Indie dello zucchero. Proprio in quel periodo nacque a Sulmona la lavorazione dei confetti. Il primo documento in cui se ne parla é custodito nell’archivio del Comune e risale al 1492. A partire dal 1500, poi, le Clarisse del Monastero di Santa Chiara cominciarono a legare i confetti con tecniche particolari a fili di seta per creare composizioni che ricordassero fiori, grappoli, spighe e rosari, inaugurando una tradizione che continua fino ai giorni nostri e che ha reso Sulmona unica nel mondo.

Fino al XVII secolo, a causa della scarsa reperibilità dello zucchero e dei suoi costi elevati, i confetti rimasero per molto tempo un prodotto di lusso. Soltanto il giorno di Ferragosto, durante la Giostra, il magistrato della città, assieme ad un gruppo di nobili, allestiva un carro dal quale gettava confetti al popolo. Col passare del tempo, e anche grazie alla scoperta dello zucchero di barbabietola, la produzione cominciò ad intensificarsi e nel XIX secolo Sulmona arrivò a contare ben dodici industrie di confetti. Tra queste spiccava la Fabbrica Mario Pelino che, sin dal 1783, ha tramandato la ricetta di queste squisite prelibatezze per sette generazioni e che oggi ospita il Museo dell’Arte e della Tecnologia Confettiera, dove sono esposti documenti, utensili e macchinari della tradizione.

Non si può passeggiare per le vie della città peligna senza lasciarsi cogliere da un senso di stupore e meraviglia di fronte alle variegate composizioni di confetti esposte nei negozi, che trovano la loro massima espressione artistica e creativa nel periodo natalizio. Senza lasciarsi incantare da questi dolci pensieri che rallegrano la vista e scaldano il cuore. Perfetti per dare un tocco di colore e gusto a ogni evento: nessun dolce, per esempio, meglio dei confetti rossi può portare in tavola la magia del Natale o meglio di quelli oro o argento può rendere glamour la tavola delle feste. Capaci di scandire i momenti speciali della vita di ciascuno di noi e di risvegliare emozioni, di soddisfare i palati più raffinati o di essere semplicemente un piacevole souvenir di una visita in Abruzzo.

Pubblicato da
Marina Denegri
Tags: Sulmona

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