SULMONA (AQ) – Ora, Ora è il momento:
Anche gli imprenditori del “Tavolo delle opportunità”, hanno indicato tra i vari punti del rilancio del nostro territorio, la via “delle Fusioni e dell’Associazionismo locale stabile”.
Ormai sembra un coro generale favorevole e lo stesso Vescovo, Mons. Spina, lo va ripetendo ad ogni occasione. Sembrano esserci così le basi per poter almeno partire con un Tavolo degli Stati Generali del Centro Abruzzo dove mettere all’ordine del giorno tutti, ma proprio tutti, i problemi e le emergenze del territorio e riconducendoli a una Strategia di Vasta Area condivisa.
Purtroppo, alle dichiarazioni positive in tal senso, non c’è mai il necessario seguito, nonostante la crisi della stessa Sulmona renda questa esigenza improcrastinabile. Sono 3 anni che il tema è stato posto in agenda costellato da 4 Convegni e 2 Tavole rotonde ed ora siamo sotto l’incombenza dell’esigenza di un organo di secondo livello, vista la probabile abolizione delle Province, contenute nel Titolo quinto. Eppure non si vede una sola iniziativa concreta e perciò resta il problema di fondo che è il conflitto di interessi per gli amministratori che, seppur comprensibilmente, mai e giammai metteranno a repentaglio il loro “trono” spontaneamente, pur sapendo che i cittadini amministrati ci stanno rimettendo la pelle in tasse e servizi persi.
Visto che l’Abruzzo, il Centro Abruzzo, continuano a restare in stallo mentre altrove decollano fusioni fruttuose, occorre spingere dal basso i nostri amministratori, prima che vengano soffocati dall’alto, a fare un atto di generosità nei confronti del vero interesse per il futuro dei cittadini.
Bisogna chiamare in causa i cittadini e predisporre un Referendum consultivo con il quale interrogare nel merito gli amministrati.
Bisogna far conoscere loro i conti da dove si evince che stanno perdendo opportunità di finanziamenti già previsti dallo stato e dalla regione, per un valore che è ipotizzabile intorno a 200 milioni di Euro, ovvero circa 9000 auro per famiglia.
Contemporaneamente si potrebbero avviare progetti per la crescita e il rilancio finanziando quei temi che gli imprenditori stessi hanno indicato. Mentre ci si continua ad accapigliare per i 4,5 milioni dei Fas, per questi potenziali 200, non si leva una sola voce. Quindi non resta che dire di nuovo “Ora, Ora è il momento” e passare la palla direttamente ai cittadini, dimostrare loro quali sono i vantaggi e i benefici e farli decidere con un Referendum.
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