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Superbonus 110%, Compagnone analizza gli effetti in provincia dell’Aquila

da Redazione

Edoardo Compagnone presidente Ordine architettiL’AQUILA – “Il superbonus 110% muoverà, in provincia dell’Aquila, il 70% del mercato delle ristrutturazioni edilizie: una misura agevolativa importante che consente di intervenire sulle abitazioni, con un miglioramento strutturale ed energetico, senza impegno di spesa per i proprietari”.

Per il presidente dell’Ordine degli architetti della provincia dell’Aquila, Edoardo Compagnone, “se recepito nella giusta direzione, il provvedimento messi in atto dal Governo, impatterà in modo positivo non solo sul settore edile, ma di tutto l’indotto del territorio aquilano, che negli ultimi anni ha sofferto per le crisi economica che si è sommata al post-sisma. Il superbonus”, dichiara Compagnone, “è un investimento da parte dello Stato: consente, infatti, di mettere mano al patrimonio edilizio e adeguarlo alle nuove normative antisismiche ed energetiche”.

I numeri, sulla provincia dell’Aquila, confermano questa tendenza. “L’Aquila”, dice Compagnone, “ha un patrimonio edilizio datato, con un 40% di palazzi dalla valenza storico- architettonica notevole. Il superbonus rappresenta l’occasione per valorizzare gli edifici, anche vincolati, riportandone alla luce gli elementi architettonici di pregio”.

Il punto di caduta, secondo il presidente dell’Ordine degli Architetti, potrebbe essere nei tempi di attuazione dell’agevolazione prevista dal Governo: “É necessario accelerare e fare chiarezza sulle modalità di utilizzo dell’incentivo, su cui ancora sussite qualche incertezza. Ed è per questo che i cantieri tardano a partire”, evidenzia Compagnone, “la procedura è molto articolata e interessa più soggetti: professionisti, banche, Agenzia delle entrate, con una filiera che andrebbe snellita o, quantomeno, messa in rete”.

Gli Architetti sollecitano “un chiarimento da parte del ministero del Governo sulle diverse funzioni dei soggetti deputati all’applicazione del superbonus. Sarebbe auspicabile un accordo con l’Abi per stabilire condizioni univoche di esame e approvazione delle pratiche, da parte del sistema bancario, attraverso cui passa il finanziamento tramite cessione del credito. E’ questa, infatti”, conclude Compagnone, “la strada privilegiata dai privati che sceglieranno, per la maggior parte, di cedere il credito alle ditte o alle banche, piuttosto che recuperare le somme sul credito d’imposta. Tanto più che, in molti casi, la capienza totale dell’intervento è superiore alle somme recuperabili in cinque anni tramite dichiarazione dei redditi”.

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