Intervista a Simone Iezzi, CEO Hereas e ideatore
PESCARA – Nasce a Pescara il progetto che mette in relazione tecnologia e abbigliamento. Una t-shirt può diventare uno strumento di intrattenimento ricco di contenuti dinamici. Questo grazie al progetto ideato da Simone Iezzi, esperto di digitalizzazione e processi d’impresa e della PA che ha arricchito le t-shirt realizzate da Hereas (marchio di abbigliamento made in Italy) con una tecnologia innovativa ed emozionale chiamata realtà aumentata. Abbiamo chiesto a Iezzi di illustrarci più nel dettaglio come nasce il progetto, i suoi sviluppi e come si all’idea di “social”:
Cosa si intende per realtà aumentata e come nasce il Vs progetto?
La realtà aumentata (o A.R. Augmented Reality) è l’arricchimento della normale percezione data dai cinque sensi, con informazioni aggiuntive legate al mondo reale, come ad esempio foto, immagini, testi, video o qualsiasi altro contenuto digitale. Come avviene tutto questo? Semplice, attraverso la fotocamera di uno smartphone, tablet o PC ed un’applicazione ad-hoc. Presto anche sui Google Glass. Il progetto nasce dall’intuizione di Simone Iezzi, esperto di digitalizzazione e processi d’impresa e della PA, dopo diversi anni di studio sulle tecnologie digitali e per l’appunto sulla “realtà aumentata”. Da qui nasce nel 2012 una piattaforma di servizi digitali in realtà aumentata e internet delle cose (internet of things, dove un qualsiasi oggetto può trasmettere dati grazie alle tecnologie ICT) denominata “Genetka – Knowledge Augmented –” di proprietà della Kyntho srl (di cui è Creative Factory Director). Dopo aver sperimentato la piattaforma in diversi ambiti commerciali, agli inizi del 2013 l’idea di testare la piattaforma in un progetto verticale di fascia enterprise nel campo della moda, nello specifico sulle t-shirt, e la conseguente percezione del nome del brand: HEREAS Tribe. Successivamente la ricerca di un produttore di t-shirt e il conseguente incontro con soci fondatori, Federica De Francesco (imprenditrice tessile) il Dr. Antonio Natarelli (appassionato di moda) da qui nasce la Kreatily srl (azienda di moda), produttore e distributore del brand Hereas Tribe.
Questa tecnologia verrà applicata solo sulle t-shirt?
No, per il progetto Hereas Tribe, presto sarà applicata anche su altre tipologie di capi di abbigliamento come felpe e leggings. Diversamente la Kyntho si appresta a lanciare in autunno “Adverteesy”, un’APP in realtà aumentata, sempre basata su Genetka, e mirata alla comunicazione e alla promozione di qualsiasi prodotto o servizio (compreso quello turistico) e che sposerà in più un’ulteriore concetto social: il “lifelogging” il diario della nostra esperienza quotidiana con prodotti e servizi che consumiamo affiancato ad un altro paradigma, per ora riervato.
Come nasce l’idea di Tribe e come sarà possibile entrare in contatto con altri utenti in possesso di questi prodotti?
L’idea di Tribe nasce dal presupposto che ognuno di noi coltiva degli interessi e delle passioni, e magari inconsapevolmente fa parte di una tribù dove altri si identificano nei medesimi interessi e passioni. Si entra in contatto con gli altri appartenenti alla medesima “tribù” grazie al “Social Tribe” basato su Genetka. Un social network a cui si accede grazie al codice identificativo univoco posto su ogni maglietta, che permette di interagire con i social tradizionali e di entrare in contatto con tutti membri sparsi sul territorio che appartengono alla vostra stessa tribe. Il social tribe è un network basato non sulla condivisione di notizie ma sulla posizione dei membri delle singole tribù per condividere con loro esperienze e contenuti.
All’interno del contesto di Tribe quali informazioni fornirà l’utente e quali accorgimenti potrà utilizzare per poter preservare la propria privacy?
Le informazioni sono poche, ma efficaci ed essenziali, e loro visibilità sulla mappa del Social Tribe, sono rigorosamente a discrezione dell’utente che ne entra a far parte. Sostanzialmente quello che chiediamo e incentiviamo a valorizzare (in modo facoltativo e a discrezione dell’utente) sono la sua nazione, città e indirizzo insieme chiaramente ai dati obbligatori: email, password e codice T-shirt.
É possibile poi inserire un proprio avatar, un nickname, un proprio aforisma e i propri profili social quali Facebook, Twitter e Instagram con cui è possibile entrare in contatto con persone che non si conoscono. Banale no? Dico sempre ai miei collaboratori della Kyntho, che più rendiamo le cose banali, più coglieremo la semplicità e tranquillità con cui vorremmo vivere il mondo, quella di quando eravamo bambini. La tecnologia è un bene se è “semplice”, diversamente diventa l’arricchimento delle nostre ansie.