Teatro Marrucino:“Madame de Sade”

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Il capolavoro  di Yukio Mishima, nella versione curata da Giuliano Bonanni , sarà in scena il 15 marzo  per la stagione di Contemporaneo

CHIETI – Dopo una pausa lunga un mese, riparte il cartellone  di teatro Contemporaneo curato da Stefano Angelucci Marino per il Marrucino.

Infatti martedì 15 marzo , alle ore 21.00 , sarà di scena “Madame de Sade”, capolavoro dello scrittore e drammaturgo giapponese Yukio Mishima, uno dei pochi autori nipponici che hanno riscosso immediato successo all’estero.
Scritto nel 1965, il romanzo “Madame de Sade” è una storia che ruota attorno a tante figure di donne, che  gravitano  a loro volta intorno alla protagonista . Nel testo ogni personaggio ha una precisa connotazione : la protagonista rappresenta la fedeltà coniugale ; la madre, signora di Montreuil, rappresenta la legge, la società, la morale; la signora di Simiane la religiosità; la signora di Saint Fonde le passioni carnali; Anne, la sorella minore di Madame de Sade, la spontaneità e l’imprevedibilità; la cameriera Charlotte, l’anima popolare.
Secondo Yukio Mishima, il celebrato autore del testo, nessun artificio scenico deve essere presente sul palco, solo il dialogo deve dominare la scena, solo la collisione delle idee deve dare forma al dramma, e i sentimenti devono manifestarsi indossando per tutto il tempo l’abito della ragione.
Quattro anni dopo la sua composizione, siamo nel 1969, per la mise en scène del testo l’autore, ormai quasi alla vigilia del suo “suicidio rituale”, che compì in diretta tv all’età di 45 anni, mette a confronto le opere Madame de Sade e Il mio amico Hitler. Per entrambe parla di “personaggi tesi verso l’impossibilità dell’Eros”, personaggi che “inconsciamente si muovono con frenesia, si dibattono, cadono in ginocchio sconfitti davanti ad essa. Basterebbe tendere le mani ancora un poco per riuscire a sfiorare il segreto più recondito dell’essere umano, la porta del supremo sacrario, ma essi non ne sono capaci: Madame de Sade rifiuta spontaneamente la tragedia…”.
Su questi presupposti il regista, Giuliano Bonanni, inizia un percorso di scomposizione e ricomposizione drammaturgica del testo, addentrandosi nella “polveriera” dell’impulso all’amore, ascoltando il coro di voci che danno colore alle varie sfaccettature emozionali dell’universo femminile. L’impossibilità dell’Eros si trasforma in paura e come paura sfocia in violenza e come violenza si determina nell’autodistruzione o nella distruzione dell’altro da sé e Mishima porta questa autodistruzione a sistema, sia come uomo che come scrittore ed intellettuale.
In Madame de Sade i sei personaggi hanno dunque caratteristiche maniacalmente delineate, sei diverse sfumature della femminilità. Mishima costruisce, così, un perfetto meccanismo di orologeria che scandisce il tempo della decadenza fisica del Marchese de Sade, facendo perdere di senso la sublimazione della passione e del vizio e descrivendo un tempo-non tempo che cosparge la vita di una patina melanconica. Ed ecco che il grido della vita si trasforma in silenzio della morte.

Testo di Yukio Mishima
Regia di Giuliano Bonanni
con Paola Aiello, Chiara Donada, Natalie Fella

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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