PESCARA – C’è grande attesa per lo spettacolo di Uccio De Santis che sarà al Teatro Massimo di Pescara con il suo “Stasera con Uccio” il prossimo 5 maggio. La data iniziale del 2 aprile è stata rinviata a causa del rilevamento di casi di positività all’interno della compagnia di Uccio de Santis (per chi è in possesso del biglietto sarà valido per la data nuova). Tante risate per una comicità particolarmente apprezzata dal pubblico abruzzese che da sempre segue con affetto l’artista pugliese. Lo show è prodotto e distribuito in esclusiva italiana da Ventidieci. La data di Pescara è organizzata da Alhena Entertainment e Ventidieci.
Si diceva: tante risate … e così sarà: Uccio De Santis farà divertire ancora una volta il pubblico con il suo mix di monologhi, gag irresistibili e racconti di vita vissuta. Un viaggio nei ricordi della vita di un comico “per vocazione” attraverso la forma di monologo e di sketch a due, visto che Uccio De Santis non sarà solo, ma sul palco con lui ci saranno i suoi due compagni storici di avventura, Umberto Sardella e Antonella Genga. I numeri fanno capire il grandissimo successo e l’enorme popolarità che ormai Uccio De Santis ha raggiunto: su Facebook ha una fan page ufficial con oltre 2.000.000 follower, una pagina You Tube con milioni di visualizzazioni, boom di audience per la sitcom Mudù, un tour live da record con oltre 100 date in tutta Italia.
Lo abbiamo intervistato per Abruzzonews.
Come descriveresti “Stasera con Uccio” a chi volesse venire a vederlo?
“È un momento bello nel quale ci si può conoscere meglio, divertirsi e si racconterà il percorso artistico di Uccio, Umberto e Antonella sul palco. Dopo tanti video sui social, incontrarsi dal vivo è importante. Arrivo a Pescara dove ho molto seguito, sarà una serata da non perdere. Ci tengo a sottolineare che il fascino del teatro è ben diverso da quello di una piazza dove è tutto un po’ dispersivo. Rivedere poi un teatro finalmente pieno dopo il periodo che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ancora è bellissimo. Io sono da un po’ in giro nei teatri: nel mio caso la pausa è stata breve perché già dopo il lockdown in estate ho fatto tante date, a settembre abbiamo iniziato nei teatri e dunque quel bruttissimo periodo è quasi nel dimenticatoio per me e lo lascio alle spalle”.
Qual è oggi per te la ricetta per far ridere il pubblico?
“È un piatto abbastanza scondito perché non c’è bisogno di metterci chissà cosa: è nella semplicità che la gente trova il modo per divertirsi ed essere se stessa. Odio la comicità forzata, l’esagerazione. Anche nel mudù, la maggiore comicità che faccio io è tante volte più in un’espressione al punto giusto che non in una battuta fuori luogo. Anche la barzelletta si avvicina tanto a storie di vita vissuta perché descrive quasi la realtà”.
Il tuo show è fatto di ricordi non in ordine cronologico. Qual è un tuo ricordo che non ha trovato spazio nello spettacolo e quale invece uno che c’è e ti piace particolarmente?
“Le cose che non riesco ad inserire in uno spettacolo sono veramente tante perché quando racconto la mia adolescenza potrei prolungarmi per ore, invece prendo giusto qualche spunto e penso di alternare i ricordi passati con il presente, con quello magari che ho visto ad esempio il giorno prima dello show o il pomeriggio stesso, cioè cose che sono fresche che possono riguardare il momento che stiamo passando, come quando posso incontrare una signora con la mascherina e da allora passo a dialogare col pubblico raccontando qualcosa che mi è successo passeggiando per mano con mia madre da piccolino. C’è quindi questa alternanza che è frutto anche di improvvisazione: sul palco, a parte le scene nelle quali siamo in due o in tre e dobbiamo avere per forza un copione, quando sono da solo posso spaziare e improvvisare anche con il pubblico. Se vedo una signora vestita in rosso magari mi ricorda qualcosa che riguarda il colore rosso e dunque ci improvviso sopra. C’è tanta improvvisazione anche quando chiamo delle persone sul palco e con loro dialogo”.
Nello show ti accompagnano due tuoi compagni storici d’avventura, Umberto Sardella ed Antonella Genga …
“Alterno dei monologhi quando sono solo sul palco a dei momenti in cui rifacciamo rivivere ciò che può succedere coi carabinieri, i medici o la coppia al supermercato. Quando ci sono anche loro due diventa cabaret”.
Dai tuoi esordi ad oggi com’è cambiata la tua comicità?
“Non è cambiata più di tanto: io rivedo cose che ho fatto vent’anni fa e non trovo grandi cambiamenti. Con questo ovviamente non voglio dire che sono antico (e ride), ma torno a parlare di semplicità perché mi sono sempre posto davanti al pubblico per ciò che sono, sono così anche nella vita. Questo credo che mi abbia premiato. Tanti mi chiedono a chi mi ispiro ed io rispondo a nessuno: sono me stesso, mi piace essere così e fino a quando funziono in questo modo continuerò su questa strada. Nel momento in cui invece vedrò che magari la cosa in teatro o sulle piazze piace meno, potrò magari fare dei cambiamenti. Per me questo non è un lavoro ma è una passione: quando le cose si fanno con passione riescono decisamente meglio”.
Il tuo legame con l’Abruzzo è molto forte: ti invito a fare dunque un appello al pubblico per venire a vederti il 2 aprile a Pescara ….
“Gli abruzzesi mi vogliono bene perché la vostra forse è stata la regione nella quale ho iniziato a lavorare maggiormente dopo la Puglia sin dai miei inizi: arrivai tanti anni fa e ci torno sempre con piacere. Mi seguono e mi apprezzano: colgo l’occasione per invitare chi mi ha già visto a tornare a farlo a teatro e invito anche chi non mi ha mai visto ovviamente! Sappiate che io e i miei due colleghi ed amici portiamo sempre delle novità in questo spettacolo. Tornando al discorso del teatro, non ne ho fatti tantissimi: ripeto che ciò che puoi proporre nelle piazze è ben diverso da quello che puoi fare in teatro. Non esitate: è un bellissimo sabato di aprile, perché non passarlo in teatro?”.
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