“Il gatto con gli stivali”, tratto dalla famosissima fiaba, è un vero classico per l’infanzia, frutto della fantasia di un italiano, Giovanni Francesco Straparola, novelliere del XVI secolo, ma ormai universalmente noto nella versione di Charles Perrault, prima, e dei fratelli Grimm, poi.
La messa in scena del “Teatro del Cerchio” ricalca la trama tradizionale: un povero mugnaio, riceve in eredità dal padre defunto, un gatto, ma non un gatto qualunque, bensì uno speciale; uno che con la sua astuzia riuscirà a trasformare il suo nuovo padrone addirittura in un marchese. Come in tutte le favole, tuttavia, ci sarà una bisbetica principessa da sposare, un orco (russo) da sconfiggere, un padrone tonto da educare ed un magnifico paio di stivaloni e un cappello da indossare.
Quel che colpisce dell’allestimento presentato dal “Teatro del Cerchio” è che in scena ci sono tre teatrini in un teatro, per dar vita ad uno spettacolo in cui, il gatto, in realtà, rappresenta il vero burattinaio della storia. I personaggi, chiusi nei loro allestimenti, prenderanno vita solo quando “Messer Gatto” vorrà. Ma costui è pur sempre un animale e gli animali, si sa, sono sempre fedeli al proprio padrone. Una realizzazione particolare nella recitazione e delle scenografie complesse ma che hanno coinvolto, nella loro realizzazione, alcuni attori stessi.
Regia Mario Mascitelli
Con Mario Aroldi, Chiara Casoli, Bruna Delfini e Francesco Marchi.
Aiuti alla regia Roberta Gabelli
Musiche Maurizio Soliani
Costumi Federica Scalari
Scenografie Laboratorio Creativo Teatro del Cerchio
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